I cosiddetti “esperti” le sparano sempre più grosse, dimostrando che la scienza, quando si svuota di buonsenso e misura, travalicando i suoi limiti, in preda a una sorta di delirio o esaltazione, genera veri e propri mostri. Persino la letteratura lo insegna, basti pensare ad opere letterarie come “Frankenstein” di Mary Shelley e “Cuore di cane” di Michail Bulgakov. Virologi, infettivologi, immunologi che infestano il panorama televisivo ormai da quasi due anni affermano di parlare in nome della Scienza pretendendo quindi che le loro dichiarazioni mai vengano messe in discussione, avendo un valore superiore alle dichiarazioni di chiunque altro, per la serie “io so’ io e voi non siete un cazzo”. Il punto è che questi signori, amanti dei riflettori, non soltanto proclamano tutto e il contrario di tutto, ma per di più si esprimono anche su questioni che attengono alle scienze sì, però quelle giuridiche, umane e sociali. La loro ignoranza del diritto è roba da fare impallidire o che quantomeno dovrebbe fare arrossire loro stessi, i quali, tuttavia, convinti di essere depositari di indiscutibili verità, con presunzione consegnano il loro punto di vista a tv e giornali su tutto lo scibile umano, consapevoli che questo preciso momento storico sia il loro momento, quello del riscatto, che li ha visti passare dal laboratorio angusto alle luci della ribalta. La possibilità di percorrere la strada inversa li terrorizza. Adesso molti di questi scienziati prestati al piccolo schermo sostengono che il certificato verde sia utile eppure non sufficiente e che sia dunque opportuno, anzi necessario, vietare ai non vaccinati, quantunque muniti di tampone che ne acclara la negatività al coronavirus e di conseguenza la non contagiosità, qualsiasi tipo di attività ed esercizio adesso godibile sottoponendosi al test.
Uno dei più fervidi sostenitori di codesta esigenza è Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Secondo il primario, “può andare a cena con i parenti, al cinema, allo stadio o a vedere un concerto solo chi è vaccinato o guarito dal Covid”. Bassetti invoca il “super green pass”, ovvero il certificato verde potenziato, quello appunto che proibisce ai cittadini i quali legittimamente hanno scelto di non vaccinarsi, anche se tamponati e non infetti, di sedere al tavolino di un bar o di mangiare una pizza all’interno di un locale, eppure non si comprende sulla base di quale logica. Infatti, se è acclarato che essi non sono infetti, essendosi appena sottoposti ad un esame, perché mai dovremmo trattarli da appestati e isolarli, impedendo loro ordinarie attività e comprimendone la libertà personale? Bassetti ci risponderebbe che il tampone non sempre è attendibile, potrebbe essere un falso negativo e innescare una catena di contagi. E noi potremmo replicare agevolmente che pure i vaccinati si infettano e infettano e che indurre la gente a credere che vaccinandosi, quindi attrezzandosi di green pass, non sia né contagiosa né suscettibile al contagio è più pericoloso di un cittadino tamponato che beve il caffè al chiuso.
A Bassetti piacciono le misure rigorose ed estreme. E, come egli stesso specifica, “parla in nome della Scienza”, quindi tutti zitti e mosca. Se il super green pass da questi caldeggiato comporta la soppressione di libertà inviolabili, di diritti umani, di norme costituzionali, ghettizzando milioni di individui, in fondo, chi diavolo se ne frega? La Scienza vince su tutto, o meglio una parte di scienza, poiché tanti altri esperti a cui non è concessa la parola ritengono che le affermazioni di Bassetti siano corbellerie. Del resto, il super green pass non è altro che una punizione, illegittima e degna di una dittatura, nei confronti di chi non si adegua, ossia di chi legittimamente rifiuta il vaccino.
Così, seguitando a seguire la Scienza, o solo una parte di questa, ci trasformeremo in esseri disumani dando vita ad una società dove il rischio di infettarsi sarà percepito uguale a zero, dove faremo di tutto per evitarci con cura, dove non esisteranno più diritti bensì unicamente obblighi e divieti e dove per mantenere libertà che nessuno al mondo può sottrarci dovremo farci punturare ogni tre mesi, poiché il certificato sanitario scade, proprio come lo yogurt. I nostri diritti sono adesso a tempo determinato.
Ce lo chiede la Scienza.