Matteo Renzi è l’uomo dei record: ha toccato il 40% dei consensi e ora è riuscito a crollare al 2% con il suo Italia Viva. La prima circostanza si è verificata perché il fiorentino era sconosciuto: gli italiani non avevano ancora assunto dimestichezza con lui e riponevano nella sua persona una fiducia evidentemente esagerata, tanto è vero che poi gliel’hanno ritirata. La seconda circostanza invece si è presentata poiché ormai Renzi lo conosciamo troppo bene.

La scorsa estate è stato l’artefice di questo matrimonio di interesse tra Pd e M5s, lo scopo – specificò più e più volte – era quello di fare muro contro Matteo Salvini, poiché, se fossimo andati alle urne, il leader della Lega avrebbe stavinto. Renzi si è presentato quale salvatore della patria.

Ma uno che si fa vanto di avere evitato che gli italiani attraverso il voto scegliessero il suo diretto avversario politico al posto suo può essere considerato un eroe? Oppure – molto più semplicemente – sta curando i propri personali interessi, primo tra tutti quello di garantirsi di continuare ancora per un po’, il più possibile, a contare qualcosa?

Renzi, da quando questo esecutivo è stato partorito, non ha fatto altro che fare ostruzionismo e porsi di traverso ad un governo di cui egli stesso fa parte e di cui è padre. Ciò per trasmettere ai cittadini italiani, i quali non hanno simpatia per Conte e compagnia bella, la sensazione che egli stesso, che pure ha confezionato questo prodotto, non condivida affatto le posizioni del premier e ne prenda le distanze. Eppure, puntualmente, avviene che Matteo, dopo avere fatto la voce grossa e giurato guerra all’avvocato del popolo, si adegui al dettato di Conte per scongiurare la crisi di governo, che comporterebbe la perdita definitiva ed inevitabile di quel potere che ora il fiorentino detiene. Del resto, egli è l’ago della bilancia di una maggioranza fragile, la quale seguita a perdere pezzi. Il suo non è un vero e proprio potere, come sarebbe quello di un leader che goda dell’appoggio popolare. Diciamo che è influenza. O meglio, peso velatamente ricattatorio.

Italia Viva si opponeva alla proroga dello stato di emergenza, invece vota a favore. Giusto per citare l’ultimo evento. L’ennesimo passo indietro dopo solenni proclami. I cittadini non sono fessi e hanno pure memoria buona.

Ad ogni modo, è facile comprendere perché gli italiani non accordino più fiducia a Renzi, ma è difficile comprendere perché Renzi e i suoi cadano sempre negli stessi errori e siano del tutto incapaci di apprendere dai propri sbagli. A tal proposito sono emblematiche le dichiarazioni che Maria Elena Boschi ha rilasciato al Corriere della Sera.

Secondo l’ex ministro renziano, non sono gli africani che ci portano il virus (sebbene arrivino qui positivi), ma siamo stati noi italiani a recare l’infezione in Africa a quei poveretti. Insomma, ricapitolando: il virus made in China non è stato introdotto qui, quantunque accidentalmente, da chi proveniva dalla Cina e, oltretutto, sono stati gli abitanti della penisola ad appestare l’Africa. Non troviamo il filo logico, però se lo dice Maria Elena… Quindi, dovremmo concludere che il Covid-19 lo abbiamo fabbricato noi italiani e poi lo abbiamo diffuso in giro per il mondo.

Ecco cosa non afferrano i membri di Italia Viva: gli italiani si sentono combattuti, ostacolati, discriminati dalla sinistra, da Renzi, da chi ha governato prima di Conte, insomma da coloro che sono sempre pronti a proteggere, giustificare ed agevolare gli extracomunitari anziché occuparsi del popolo sovrano, costantemente vilipeso.

Un comportamento da kamikaze che tuttavia Italia Viva non abbandona. Il che è sconcertante.

Abbiamo avuto decine di migliaia di morti e non vogliamo accogliere migranti infetti né essere umiliati con la narrazione fantasiosa che saremmo stati noi a condurre il virus in Africa.

Cara Maria Elena Boschi, mostri un minimo di rispetto per gli italiani che le pagano lo stipendio e non contribuisca a gettare discredito internazionale su un popolo già abbastanza mortificato da un governo, di cui il suo partito fa parte integrante, che chiede l’elemosina in ginocchio all’Europa, fa varcare i confini a centinaia di clandestini ogni dì, i quali assomigliano a turisti appena sbarcati a Capri, e proroga lo stato di emergenza trasmettendo all’estero l’immagine di uno Stato malato, da cui stare alla larga.

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