Dimenticatevi gli esosi abbonamenti ed i faticosi esercizi in palestra, se volete rimettervi in forma e godere di buona salute vi basterà dedicarvi ogni dì al gesto più spontaneo compiuto dall’essere umano, oltre che del tutto gratuito: camminare. Ogni impresa comincia con il primo passo ed esso segna anche la conquista della nostra autonomia. È reggendoci sulle nostre gambe e mettendo un piede davanti all’altro che iniziamo a muoverci e a percepirci quali esseri indipendenti rispetto alla figura dei genitori, in particolare della mamma.
Questo tipo di esercizio equivale pure metaforicamente al progredire: si cammina in avanti e non indietro, ci si evolve, si cresce, si arriva da qualche parte, oppure non si arriva mai, ciò che conta è andare. Ai benefici del camminare è dedicato il libro della giornalista Laura Avalle e della nutrizionista Sara Cordara “La dieta della comminata”, edito da “Tecniche nuove”, il quale si fonda sull’assunto che l’attività fisica non debba costituire una fonte di stress né qualcosa di monotono che facciamo controvoglia, bensì un piacere.
Soltanto il moto che ci rilassa e ci diverte produce benessere e ci conduce ad un naturale dimagrimento, ponendoci in sintonia con il nostro corpo, che non dobbiamo sottoporre a sforzi eccessi al fine di conquistare una forma perfetta, imperativo categorico imposto dalla società attuale. Quest’ultima ci vuole asciutti e scolpiti, agili e scattanti, e pur di raggiungere sorprendenti risultati in tempi record siamo pronti a sottoporre il nostro organismo ad ogni genere di sofferenza nonché ad una disciplina tanto ferrea ed intransigente da spingerci sull’orlo del disturbo mentale. Ed ecco che ci priviamo del cibo, o eliminiamo determinati alimenti dalla tavola con la convinzione che ci facciano ingrassare, o abusiamo di integratori, o ricorriamo a diete sbilanciate e addirittura dannose, o trascorriamo troppe ore in palestra. Eppure è solo amando e rispettando il nostro fisico che potremo vivere bene ed essere felici.
L’equilibrio, secondo le autrici del manuale, si conquista passeggiando con costanza e a ritmo sostenuto. Del resto, i vantaggi di questo genere di allenamento non sono pochi. Camminare stimola il metabolismo, riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, abbassa i livelli di colesterolo LDL nel sangue, migliora la respirazione, tiene a bada la glicemia, rinforza il sistema osteoarticolare, favorisce la produzione di vitamina D e la circolazione linfatica, agevola la digestione, aiuta a smaltire il grasso localizzato. Come se non bastasse, passeggiare in maniera energica previene stati ansiosi e depressivi. Secondo uno studio pubblicato su The Journal of Clinical Psychiatry, è sufficiente camminare tre volte alla settimana per almeno 45 minuti per vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto e ritrovare il buonumore in quanto si liberano le endorfine, i cosiddetti ormoni della felicità, e di contro si riduce l’ormone dello stress, ossia il cortisolo.
Inoltre, passetto dopo passetto crescono pure le capacità cognitive, la memoria e la creatività. Insomma, nulla al mondo chiarisce le idee come una bella scarpinata, tanto più se la si compie in mezzo alla natura, dato che il walking, sollecitando le funzioni cardiorespiratorie, apporta più sangue al cervello. Se non vi abbiamo ancora convinti ad alzare il sedere dalla poltrona per indossare un paio di scarpe comode ed uscire, sappiate che camminare incrementa le prestazioni sessuali e combatte l’impotenza. Stando ad una ricerca finanziata dalla Società Italiana di Andrologia, non servirebbero più di 10 mila passi al giorno per combattere la disfunzione erettile nel 50% dei casi.
Insomma, non ci resta che parcheggiare l’automobile e marciare, da soli o in compagnia di un amico, del partner o del cane, ascoltando della buona musica o soltanto lo scorrere fluido dei propri pensieri.
Chilometro dopo chilometro la nostra vita si allungherà. Infatti, alcuni studiosi sono giunti alla conclusione che camminare per due minuti ogni ora diminuisce del 33% il rischio di morte. Tuttavia, vi suggeriamo di mettere il telefonino in tasca o in borsa poiché bighellonare con la testa china sul display, anziché rendervi longevi, vi spedisce dritto dritto al pronto soccorso o al cimitero.
Articolo pubblicato su Libero il 14 novembre del 2019