Non hanno dubbi psicologi, scienziati, sessuologi, coppie che hanno sperimentato in prima persona il tradimento come terapia: la scappatella non nuoce gravemente al matrimonio, anzi lo consolida.
Lo sanno bene gli italiani che, nonostante siano strenui difensori della morale cattolica che aborrisce l’infedeltà coniugale, da una ricerca condotta dal più grande sito di incontri extraconiugali in Europa, Gleeden.com, sono risultati i più infedeli. Il 45% degli italiani, infatti, ha dichiarato di avere tradito il proprio partner almeno una volta ed il 73% dei fedifraghi ha ammesso di non essersene affatto pentito. E forse è per questo motivo che gli italiani divorziano e si separano meno rispetto agli altri europei: fanno le corna.
Il tradimento fa bene alla salute e anche alla coppia. Non ha dubbi lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini, autore di numerosi libri sull’amore, il quale ritiene che più che di “tradimento”, termine abusato e sproporzionato, si dovrebbe parlare di “relazione alternativa”, ossia rapporto, anche fugace e consistente in un solo unico incontro sotto le lenzuola, che costituisce un diversivo rispetto alla solita amata ed irrinunciabile routine.
Numerosi sarebbero, secondo Pasini, i lati positivi del tradimento. Innanzitutto, esso “crea l’arte”, ecco perché lo ritroviamo così di frequente nella letteratura, nella musica, nella poesia. Ed a questo proposito, lo psichiatra cita l’opera di Mozart “Così fan tutte” ed il romanzo “Madame Bovary” di Flaubert. Dunque, l’infedeltà sublima l’animo dell’uomo, appassiona, ispira. Forse perché abbiamo bisogno del dramma per tenere in piedi una relazione?
In secondo luogo, “il tradimento crea ed affina l’intelligenza, o la furbizia”, sottolinea Pasini, che ricorda di quando una volta incontrò all’interno dell’aeroporto di Malpensa un vecchio amico, il quale in una mano protesa verso l’alto reggeva un registratore. La situazione era alquanto buffa perché l’uomo continuava a registrare la hostess che annunciava i voli in partenza. Allora Pasini, incuriosito, chiese all’amico perché fosse intento in quella strana attività e questi rispose che, quando sua moglie lo chiamava, lui era solito fare partire la registrazione, per farle credere di essere in partenza per Roma, o un’altra città, mentre si trovava ancora a Milano con la sua amante.
Che la paura di essere scoperti attivi l’ingegno, rendendoci attraverso la pratica esperti fedifraghi capaci di muoversi sulla scena del crimine con la leggiadria di una prima ballerina, è certo; tuttavia “traditori si nasce e lo siamo tutti. Le specie animali sono per il 95% poligame, è poi la cultura a renderci ciò che non siamo, ossia monogami”, spiega Pasini. Dunque, il tradimento non è altro che un ritorno alla natura, alla nostra umanità bestiale, in una società sempre più egoistica e meccanica, in cui il sesso è separato dal cuore. Ed è anche per questo che oggi si tradisce di più rispetto a ieri: “il tradimento è diventato più facile, non coinvolge e non riguarda più i sentimenti”.
Facendo una sorta di apologia del tradimento, Pasini ci ricorda che esso è anche utile, per certe coppie persino salvifico. Ed è a questo punto che lo psichiatra ci racconta di una sua paziente che gli dichiarò con nonchalance: “Mio marito è molto ricco, stabile, noioso, non potrei mai sopportarlo se non avesse un amante”. Per fortuna ci sono mogli che riconoscono il contributo fondamentale delle amanti dei loro mariti nel tenere in piedi matrimoni che, senza di loro, sarebbero naufragati da un bel pezzo. In fondo, ci sono matrimoni che durano tutta la vita, facendo le corna.
Tuttavia, una distinzione occorre farla. “Ci sono le scappatelle, che si possono perdonare, e ci sono poi i tradimenti infami, come quello di un marito che tradisca la moglie con la migliore amica di quest’ultima, o come quello di una moglie che tradisca il marito con il suocero, e così via”, spiega lo scrittore. In questi casi, lo strappo non si ricuce ed il tradimento diventa una ferita che brucerà sempre, perché è stata intaccata la fiducia.
“Il tradimento può anche essere antidepressivo”, continua Pasini elencando i benefici dell’infedeltà. Lo psichiatra ci narra di una sua paziente depressa che, invece di prendere i farmaci, ogni primavera si faceva un nuovo amante, o l’ortolano, o il pediatra del suo bambino, o il giardiniere. Questa signora, insomma, usava l’amante di turno alla stregua di un ottimo farmaco senza effetti collaterali, se non quello di essere scoperta dal marito, il quale forse, considerati i “motivi di salute”, avrebbe persino potuto chiudere un occhio e tenersi le corna. “Non l’ho distolta”, aggiunge Pasini.
“Il tradimento è utile alla passione”, continua lo psichiatra, il quale ritiene che tradire sia uno dei modi più efficaci per combattere la noia, che è il vero nemico della coppia, soprattutto di quelle unite da molti anni. In quest’ottica, il tradimento è quell’imprevisto che ci porta a guardare l’altro con rinnovato amore o curiosità e che rimette tutto in discussione, persino noi stessi.
Ma perché noi italiani siamo diventati così infedeli? Siamo forse troppo annoiati? Secondo Pasini, la percentuale di italiani infedeli è in costante aumento per il cambiamento del ruolo della donna all’interno della società. “Oggi le donne sono più libere e tradiscono con minori sensi di colpa, al pari degli uomini. Prima gli uomini godevano di un arcipelago tutto per loro con l’isola principale, la moglie, e tante altre piccole isole. Oggi anche le donne hanno un arcipelago a loro disposizione”, commenta Pasini.
Insomma, sembra che il tradimento non sia un nostro nemico, bensì un nostro alleato. Eppure esso continua a mietere migliaia di coppie ogni anno.
Forse l’infedeltà è un crimine che si può accettare solo ad una condizione: la reciprocità. Dunque, chi fa le corna, se le aspetti e senza lamentele.
Se manca la capacità da parte dei partner di sfruttare a proprio vantaggio questo evento che segna un cambiamento all’interno della relazione, il tradimento uccide la coppia in modo irreversibile. Il segreto per andare avanti insieme è il perdono. “Non bisogna tenere dentro la rabbia per anni, occorre parlarne, imparare a comunicare in modo più vero, perdonare, ma non dimenticare”, spiega lo psichiatra, che sconsiglia vivamente al traditore la confessione del suo peccato. Insomma, le corna si fanno. Ma non si dicono.