Cresce il numero dei positivi al coronavirus e quindi delle persone, spesso intere famiglie, costrette all’isolamento al fine di evitare di trasformarsi in vettori di infezione andandosene in giro. Il che crea non pochi disagi, soprattutto per i proprietari di animali domestici, categoria costituita dalla bellezza di oltre 30 milioni di italiani, ossia più della metà della popolazione.

Chi è obbligato a starsene rinchiuso non ha la possibilità di portare a passeggio il proprio cagnolino, così come coloro che vengono ricoverati d’urgenza (o purtroppo si spengono) non possono prendersi cura dei propri amici a quattro zampe. A dare sollievo e sostegno a questa gente e a povere bestie che altrimenti rischierebbero di perire in uno stato di abbandono sono i volontari della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Leidaa, associazione fondata e presieduta dalla forzista Michela Vittoria Brambilla, i quali da marzo non hanno mai smesso di fornire aiuto ai nuclei familiari o ai singoli colpiti direttamente o indirettamente dalla emergenza sanitaria. Il servizio di volontariato è attivo su tutto il territorio nazionale, basta chiamare il numero 02-94351244.

“Chi si ammala ha spesso serie difficoltà nella gestione degli animali da compagnia. Basti pensare alla condizione dei positivi in quarantena che non sanno a chi affidare fido per le quotidiane passeggiate o per portarlo dal veterinario. La problematica, purtroppo, si approfondisce allorché i pazienti vengono ricoverati o muoiono e i cuccioli restano improvvisamente da soli. Per questo ho avvertito l’esigenza di schierare Leidaa al fianco delle famiglie già investite dalla malattia, togliendo loro almeno la preoccupazione nei confronti dei propri animali, che sono parte integrante del parentado”, spiega l’ex ministro Brambilla. Le bestie dei ricoverati vengono ospitati nelle strutture dell’associazione o nelle abitazioni dei volontari, i quali hanno lavorato infaticabilmente nella fase più dura dell’epidemia, con amore e spirito di sacrificio, senza chiedere nulla in cambio.

In sei mesi il lavoro realizzato dalla Leidaa è stato straordinario. Essa ha preso in carico 20 mila animali di tutte le specie, favorito migliaia di adozioni di cani e gatti rimasti orfani dopo il trapasso dei proprietari, consegnato migliaia di pasti e compiuto migliaia di interventi sanitari.

“In uno dei momenti più difficili della nostra storia ho sentito il dovere di mettere me stessa e la Onlus che ha fondato al servizio della patria. Da qui è nata l’idea del servizio Leidaa per Emergenza Covid-19”, afferma Brambilla. Tale iniziativa ha consentito ai malati di permanere in ospedale senza l’ulteriore angoscia di sapere micio o fido a digiuno e in balia di se stesso, permettendo altresì ai positivi con sintomi acuti di preoccuparsi solamente di guarire con la certezza che il proprio pelosetto, che spesso è considerato alla stregua di un figlio, fosse in ottime mani.

I volontari della Leidaa hanno accudito Argo, il cane di un medico che ha contratto il corona in corsia, e l’anziana cagnolina Britney, la quale era abituata a fare lunghe passeggiate prima che i membri della sua famiglia finissero in isolamento domiciliare. Hanno accompagnato dal veterinario Sole, la quale necessitava di continuare le terapie anche dopo che i suoi proprietari si erano ammalati, e pure il micio quindicenne Leo, che si è sentito male e ha rischiato la vita proprio quando la sua proprietaria è risultata positiva al test del tampone. Le storie di pet salvati e protetti da Brambilla e dal suo team da marzo ad oggi sono decine di migliaia. “Speriamo che la corsa ai contagi rallenti. In ogni caso noi non ci tireremo mai indietro e siamo già schierati, pronti a intervenire ovunque siamo richiesti”, conclude Brambilla.

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