Non so voi, ma io non lo vorrei un mondo senza uomini perché non ritengo affatto che quello maschile sia un sesso inutile, di cui potremmo benissimo fare a meno vivendo felici o addirittura più felici di quanto siamo adesso. E sono pure convinta che la parità piena tra i due generi non si raggiunga mediante l’annientamento della virilità, oggi criminalizzata, demonizzata e mortificata, e la conseguente trasformazione dei maschi, sempre più confusi e terrorizzati davanti all’ipotesi di essere maschi, in femmine. Operazione questa che abbiamo già intrapreso da diversi anni, basti soltanto osservare i modelli efebici che sfilano sulle passerelle con tanto di gonnellone, i giovani e non che affollano i centri estetici o che si rivolgono al chirurgo plastico per gonfiare labbra e natiche e la pressante propaganda gender mirante alla creazione del sesso cosiddetto neutro, unico universalmente accettato.

Perciò sono assolutamente d’accordo con il professore di inglese Will Knowland che ha tenuto una lezione intitolata “Il paradosso del patriarcato”, durante la quale ha spiegato ai suoi alunni che certe virtù considerate mascoline per eccellenza, come la forza fisica, abbiano arrecato beneficio alla società intera, quindi pure alle donne, evidenziando altresì che un globo senza uomini sarebbe un luogo peggiore, persino invivibile, anche per il nostro genere.

Per avere osato compiere codeste affermazioni bollate come “faziose e scandalose” il docente in questione è stato licenziato dalla Eton, la più prestigiosa scuola superiore inglese, da cui sono usciti venti primi ministri, tra cui Boris Johnson e David Cameron. In difesa dell’insegnante si sono levate le voci di 800 studenti dell’istituto i quali hanno firmato una petizione in favore della libertà di pensiero, ribadendo il loro sacrosanto diritto di confrontarsi non soltanto con le idee dominanti e politicamente corrette ma altresì con quelle meno in voga eppure non per questo meno condivisibili.

Dalla svirilizzazione sistematica del maschio dipende pure la decadenza dell’Occidente. Lo sanno bene le organizzazioni terroristiche islamiche, le quali, al fine di attirare fanciulle europee in Siria, sul web conducono una campagna di demolizione dell’uomo bianco “demascolinizzato” che abita le comunità occidentali. Costui viene presentato quale soggetto fragile, incapace di svolgere il suo ruolo di marito e di padre, di proteggere la sua famiglia e di diventare adulto, interessato com’è all’estetica e altre frivolezze e pronto a piagnucolare se gli si spezza un’unghia.

È in corso una vera e propria guerra mondiale nei confronti del sesso che un tempo lontano fu forte, braccato dalla paura di manifestare la sua natura maschile beccandosi per questo ogni sorta di incriminazione, dall’essere sessista (accusa che va per la maggiore) all’essere un potenziale femminicida o porco molestatore. Non vorremmo essere nei panni dell’uomo di oggi, nonostante siano dei panni oramai unisex, che magari ci calzerebbero a pennello. E non stupisce che in questo clima di avversione generale chi viene dato alla luce con il pene, per sua disgrazia, debba sopportare molte pene e faccia poi di tutto per inseguire modelli femminili, gli unici reputati vincenti, e a questi corrispondere.

Come non a torto sostiene Knowland, la funzione del maschio non è derogabile ed è per di più indispensabile, proprio come quella della femmina. Non sono forse loro da sempre a svolgere i lavori più usuranti e pericolosi? Un pianeta senza uomini non potrebbe neppure esistere, dal momento che non ci potremmo mica fecondare da sole: la vita si spegnerebbe, la civiltà si estinguerebbe. In un posto siffatto, oltretutto, le signore sarebbero frustrate, stanche di non potersi rifugiare tra le braccia del proprio compagno, di non potere interloquire e fondersi con il diverso da sé, cosa che produce reciprocamente arricchimento e completezza.

Dunque per quale dannata ragione proclamare questa verità dovrebbe generare scalpore? E soprattutto perché la virilità è stata convertita nel peccato originale da cui si dovrebbe mondare l’individuo reo di non essere nato femmina? Essa è elemento da recuperare e tutelare dal rischio di cancellazione. Come da redimere è l’orgoglio di essere maschio, non meno importante dell’orgoglio di essere femmina. Dagli opposti sorge la Vita, appiattirli e annullarli equivale a rinunciare alla Vita stessa, andando contro Madre Natura, contro Dio.

Al di là di ogni becero antagonismo, il dato sicuro è che abbiamo un grande bisogno di uomini, pari al bisogno che questi ultimi hanno di noi. Quindi, vi prego, abbiate il coraggio di esserlo. Noi vi saremo grate. Poiché – parliamoci chiaro – non ne possiamo più di ragazzi che ci parlano di moda, trattamenti di bellezza, esercizi fatti in palestra per i glutei, calorie ingerite, cibi iperproteici, creme idratanti, manicure, metodi di depilazione, o che attendono che siamo noi a prendere l’iniziativa, a corteggiarli, a invitarli ad uscire, a telefonare per prime.

Sarebbe proprio il caso di fare qualche passo indietro tornando ai punti di partenza: gli uomini facciano gli uomini e le donne le donne. In quanto non è attraverso il disfacimento e la polverizzazione del maschio che si giunge alla emancipazione della femmina.

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