Non orde di poveri balordi che, senza ordine, seminano terrore e minaccia, non barbari inferociti che devastano tutto ciò che toccano e neanche criminali sanguinari mossi dal delirio collettivo, bensì un vero e proprio ordinamento, quantunque bestiale e disumano, con un proprio esercito pagato e leale, con una propria organizzazione, proprie regole, e, soprattutto, potentissimo dal punto di vista economico, per questo, temibile.
“Lo Stato islamico è probabilmente il gruppo terroristico più ricco mai conosciuto” – afferma Matthew Levitte, direttore del programma d’intelligence e antiterrorismo al Washington Institute for Near East Policy -, “non integrato nel sistema finanziario internazionale, e per questo non vulnerabile”.
Una ricchezza stimata intorno ai 2 miliardi di dollari. Ma da dove arrivano queste ingenti risorse economiche? Rapine, sequestri, tratta di esseri umani, estorsioni, furti, contrabbando, ma soprattutto controllo di pozzi di petrolio e raffinerie, almeno secondo fonti israeliane. Ma anche donazioni. Sì, donazioni volontarie da parte di importanti uomini d’affari dei Paesi del golfo persico.
Arabia Saudita, Qatar e Kuwait sono alcuni dei maggiori finanziatori delle milizie dello Stato Islamico.
Una lunga e massiccia catena di piombo, ma sarebbe più appropriato dire “d’oro”, di cui il terrorista che si fa esplodere per uccidere altre vite in mezzo alla strada non è che un minuscolo anellino, una pedina, un soldatino di plastica, o di carta igienica, alienato e imbottito di esplosivo.
Tutto questo risulta molto curioso alla luce di una realtà esistente ma sconosciuta.
Sono lussureggianti viaggi in mete esotiche, in alberghi di lusso estremo o in ville da “mille e una notte”, dj di fama internazionale, feste protratte tutto il giorno per intere settimane o per mesi in piscina, party a bordo di yacht immensi extra-lusso, giochi, cene, serate in esclusive discoteche, ma soprattutto ragazze, tante, tantissime, decine, a volte centinaia, tutte bellissime e sotto i 25 anni, tutte europee o americane, preferibilmente more, con visi da bambine e corpi perfetti. Quanto costa una vacanza così? Se sei una bella ragazza, non necessariamente modella, non solo viaggi gratis, ma vieni anche pagata: minimo 500 euro al giorno.
Un business sommerso e in grado di procurare centinaia di migliaia di euro a chi lo gestisce in assoluta segretezza. Ma chi recluta le ragazze? Come? Dove vanno? E chi le paga soprattutto?
Queste domande le abbiamo poste ad una ragazza che questi viaggi li ha fatti fino a qualche settimana fa.
Per ragioni di privacy, non sveleremo il suo vero nome, chiamandola con uno pseudonimo: Simona.
Simona è italiana, ha 24 anni, vive a Milano, un viso da bambolina, un corpo magro ma con le giuste forme, capelli lunghi castani. Ci racconta di questi viaggi, definendoli “fantastiche esperienze, quasi surreali, in cui veniamo trattate tutte come vere e proprie principesse”. Parrucchieri, truccatori, massaggiatrici, centri benessere, hanno a disposizione ogni genere di servizio.
Simona, chi organizza questi viaggi?
“Io ho un contatto, una signora che lavora in questo ambito da diversi anni, non è italiana. Cambia spesso numero per ragioni di sicurezza. Lei organizza, seleziona le ragazze, su richiesta dei clienti”.
Chi sono i clienti?
“Tutti principi arabi, miliardari”.
Quali sono le mete?
“Dubai, Kuwait, Paesi arabi, ma raramente anche Londra, o Parigi”.
Quanto vieni pagata al giorno?
“Veniamo pagate tutte dai 500 ai 2000 euro al giorno, ma spesso capita di tornare da questi viaggi con guadagni extra, fino a 10.000 dollari, che è l’importo massimo consentito da poter portare in Italia. Se in aeroporto ti trovano addosso soldi contanti superiori a questa cifra, allora devi lasciarli lì”.
A te è mai capitato di portare in Italia questa cifra massima di contanti?
“Sì, più di una volta. Ho messo i contanti ovunque, in valigia, addosso, dentro il reggiseno, negli slip”.
Di questi soldi quanto sei tenuta a dare all’agente che ti seleziona?
“All’agente non devo nulla. Viene già pagata dal cliente per ogni ragazza che viene mandata lì. Se io prendo 500 euro al giorno, l’agente prenderà per me almeno 1.500/2.000 euro, ma non so esattamente”.
Vengono organizzati spesso questi viaggi?
“Di solito, ci sono partenze di ragazze da Milano ogni settimana. A volte durano qualche giorno, a volte mesi. Io ho amiche che stanno lì a lungo. Io ne ho fatti diversi, ma bisogna dire che cercano sempre ragazze nuove”.
Hai dovuto fare delle selezioni?
“Ho dovuto mandare all’agente europea qualche foto mia in costume ed un video in cui mi presento, sempre in costume, perché gli arabi non si fidano delle foto, che possono essere ritoccate, preferiscono vedere la ragazza in video. Inoltre, arrivate sul posto, prima di qualsiasi altra cosa ci sequestrano i telefonini per evitare che facciamo foto e ci vengono fatti numerosi esami per verificare il nostro stato di salute e l’eventuale presenza di virus. Qualche volta è successo che qualche ragazza non abbia passato i controlli e sia stata rispedita a casa senza un dollaro”.
Quale tipologia di ragazza cercano? È vero che gli arabi amano le donne in carne?
“Il requisito indispensabile è che abbiamo un viso ingenuo e pulito, da bambina. Non cercano modelle, magrissime, ma neanche donne in carne. A loro piace che siano magre ma con un po’di forme”.
Gli extra di cui parli da cosa derivano?
“In questi viaggi le ragazze fanno immagine, non sesso. Sono pagate per divertirsi, andare nei locali, alle feste, ma se un principe sceglie una ragazza per portarla a letto, offre una cifra dai 5.000 dollari in su. Se la ragazza non accetta, viene rispedita a casa il giorno dopo. Ma non succede quasi mai, ognuna di noi spera di essere scelta. A volte i principi ci regalano soldi senza motivi particolari, solo perché sono in vena di essere generosi. Una volta hanno proposto a tutte noi un gioco di resistenza con una gamba in aria, in equilibrio, chi avesse resistito di più, avrebbe vinto 5.000 dollari. Alla fine, li hanno dati a ciascuna ragazza”.
Quando avvengono, i rapporti sessuali sono protetti?
“Ci costringono a fare le analisi del sangue proprio per potere avere rapporti non protetti”.
Non hai paura di possibili malattie o gravidanze indesiderate?
“È un rischio che mi assumo, a volte con qualche preoccupazione, ma mi rende tranquilla il fatto che loro ci tengano tanto al loro e al nostro stato di salute”.
Con le altre ragazze come ti trovi?
“Di solito, si crea un fantastico clima tra noi ragazze. Non ci sono gelosie, invidie, competizioni, perché tutte veniamo pagate e siano soddisfatte di ciò che riceviamo, gli extra sono qualcosa in più che può anche non esserci, cambia poco”.
Come sono questi uomini arabi?
“Di solito molto giovani, intorno ai 25/30 anni, ma anche uomini maturi. Alcuni molto belli. Ne ricordo uno con occhi verdi e pelle scura. Sono gentili”.
Fanno regali?
“Non sopportano le richieste di regali. Se una ragazza entra nelle grazie di uno di loro, deve essere abile a farsi fare regali ma senza chiedere”.
Insomma, li prendete un po’ in giro?
“Come tutti gli uomini di cui non ci frega nulla. Io non mi aspetto di trovare lì l’uomo della mia vita. Non mi riconosco in quella cultura, in quel mondo di lussi sfrenati. Vado cercando di raccogliere più che posso e poi torno in Italia, dal mio fidanzato”.
Lui conosce la natura di questi viaggi?
“Ovviamente sa che vado per ragioni di lavoro, immagine. Ma non sa ovviamente tutto ciò che lì può succedere”.
Come sono gli arabi a letto?
“Concentrati su loro stessi. Brutali. Sicuramente non attenti, caldi e passionali come gli italiani. Il rapporto non dura che pochissimi minuti”.
Viaggerai ancora?
“Non vado fiera per tutto questo e non sono certamente una santa. Ma così sono riuscita a mettere molti soldi da parte per il mio futuro e spero di continuare a farlo”.
Non hai paura di recarti in questi Paesi in un periodo così particolare?
“In quegli ambienti non si percepisce quel terrore che vedo nel telegiornale. È tutto molto tranquillo, quasi un mondo da sogno, scintillante, isolato da tutto il resto. Non ho mai avuto forti timori”.
Un universo pieno di contraddizioni quello islamico. Da un lato, vogliono le loro donne coperte da cima a fondo, dall’altro vogliono le nostre ragazze scoperte, in bikini, o nude. Da un lato, denigrano i nostri costumi e la nostra civiltà; dall’altro, li ricalcano. Da un lato, studiano nelle nostre Università europee; dall’altro, finanziano movimenti che minacciano l’Europa e tutto l’Occidente.
E non sarebbe assolutamente azzardato ritenere che questi stessi principi milionari, che si trastullano con le nostre donne, donando loro migliaia di euro per restare in equilibrio su una gamba per qualche minuto, siano gli stessi che presumibilmente pagano centinaia di migliaia di dollari i miliziani jihadisti per decapitare gli ostaggi europei e distruggere tutto ciò che per noi è sacro.
Articolo pubblicato su Libero il 17 settembre del 2016