Sosteneva Winston Churchill che un gentiluomo possa farsi vedere in pigiama solamente dalla moglie e dal maggiordomo. Mentre il sogno proibito e mai realizzato di un Vittorio Feltri bambino era quello di passeggiare in pigiama, dopo cena, insieme agli abitanti del luogo, i quali avevano questa suggestiva abitudine, sul corso principale di Guardialfiera, in provincia di Campobasso, dove il direttore trascorreva le estati. Tuttavia, la zia Nella gli impediva di unirsi a quel via-vai di signorini e signorotti in veste da camera. Non gli restava che osservarli dal terrazzo con un malinconico senso di esclusione. La biancheria da notte della diva per antonomasia Marylin Monroe, invece, non includeva questo indumento, poiché – come è noto – ella andava a dormire con due gocce di profumo Chanel N. 5 e nient’altro. Eppure nel guardaroba di una signora non dovrebbe mai mancare un pigiama, possibilmente in seta, in quanto nulla seduce di più di ciò che non viene esibito. Da mettere al bando sono però quelli in pile e magari con teneri disegnini bambineschi, infallibili antidoti alla lussuria e al peccato. Vietati sia quando si dorme in compagnia che da soli, al fine di evitare di deprimersi.

In tutto il mondo quello appena conclusosi è stato l’anno del pigiama, per lui e per lei, tanto che a livello globale le vendite di codesto capo sono cresciute in maniera consistente. Come ha riportato il Wall Street Journal, secondo una società di ricerche di mercato americana, le vendite di pigiami lo scorso novembre sono lievitate del 5% negli USA, in concomitanza con la seconda ondata di coronavirus, ed è certo che durante le festività natalizie siano cresciute ulteriormente. E pure il 2021 si annuncia prospero per l’industria che produce vestimenti dedicati alle ore notturne.

In questa fase storica al cardiopalma ci siamo così affezionati a tale genere di vestiario confortevole, rassicurante, comodo che non intendiamo sfilarcelo neppure quando usciamo di casa. In esso ci rifugiamo. Ecco perché gli stilisti lo portano in passerella, lo impreziosiscono, lo trasformano fino a renderlo un outfit versatile e addirittura sensuale ed elegante per la sua morbidezza, perfetto sia per il giorno che per la sera. Se la tuta, grigia e sciatta, ha cominciato a stufarci, il pigiama, sempre più chic, è destinato a resistere, fedele compagno di vita e di liete avventure oniriche, difficile da abbandonare al mattino, eppure ci consola il pensiero che lo ritroveremo lì, deposto sul materasso, in attesa di noi. Del resto è sempre con lui che andiamo a letto. I mariti passano e passa anche la voglia di averne uno, i pigiami restano. Per qualcuno la felicità è addirittura un pigiama, una pazza di cioccolata calda e un buon libro.

Di sicuro non si tratta più di una veste intima, dato che sui social abbondano gli autoscatti in cui ci si mostra come, per decoro, non si sarebbe mai mostrato il primo ministro inglese Churchill. Oggigiorno si lavora in smart-working, si seguono e si tengono lezioni, si conducono riunioni, si sostengono colloqui formali e informali con addosso il pigiama, o almeno la parte inferiore di questo. E tutto ciò non ci imbarazza minimamente. E pensare che fino ad un anno fa questo era lo stile di vita riservato esclusivamente agli studenti universitari alle prese con la preparazione di qualche materia ostica, i quali si rinchiudevano tra le mura domestiche con provviste a sufficienza e permanevano foderati di pigiama persino sotto la doccia, o quasi. Adesso se hai la sfiga di abitare in una zona rossa e te ne vai a zonzo con questo tipo di vestiario, sappi che non verrai fermato dalla polizia, è escluso il pericolo di essere multati, in quanto non desteresti alcun sospetto: dove diavolo vuoi che vada un tizio in pigiama? Se invece fai due passi nei pressi della tua abitazione con un abito di lustrini, sei fregato. Paleseresti la tua intenzione di compiere qualcosa di illegale o di immorale. Insomma, oggi gli individui tutti d’un pezzo e senza grilli per la testa vestono il pigiama e da questo li riconosci. Punto. Questa sì che è serietà.

Tuttavia, ci auguriamo che il boom di pigiami si arresti e che codesti indumenti ritornino a fare ciò che facevano prima e nulla di più: starci addosso più o meno otto ore su ventiquattro. Ed era anche troppo.

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