La decisione da parte del governo italiano di imporre l’esibizione del Green Pass per potere prendere parte alla vita sociale potrebbe giungere ancora prima del previsto. Sembra che il governo, infatti, sia orientato in tal senso e che questi siano i nostri ultimi sorsi di libertà. Dopo, con l’introduzione di codesta misura, coloro che avessero intenzione di cenare in un ristorante al chiuso, partecipare ad un evento, andare al cinema, usare i mezzi pubblici, insomma esercitare le proprie elementari libertà, dovranno o vaccinarsi o sottoporsi ad un test del tampone – a loro l’onere della prova – che ne attesti la negatività al coronavirus e quindi la non contagiosità (sebbene pure gli immunizzati possano costituire vettori di infezione).

Tale esame, che per di più è invasivo e per molti (come la sottoscritta) addirittura doloroso, ha un costo di almeno 35 euro e, dovendo essere rinnovato ogni 48 ore al massimo, implicherà a carico dei cittadini che scelgono di non farsi fare l’iniezione una spesa mensile di oltre 400 euro (minimo). Ne consegue che gli abitanti della penisola che non sono dotati di risorse economiche sufficienti non saranno più liberi di scegliere se vaccinarsi o meno, dovendo necessariamente ricorrere alla vaccinazione per dotarsi del lasciapassare verde che permette di svolgere le consuete attività quotidiane. Oppure, non volendo immunizzarsi e non potendo fare fronte ad una spesa tanto ingente, saranno emarginati, isolati, ghettizzati, esclusi, in quanto poveri.

È evidente che il Green Pass obbligatorio è un provvedimento non solo liberticida ma anche fortemente discriminante. Esso crea una differenziazione non solamente tra chi è vaccinato e chi non lo è, bensì pure tra chi è benestante e chi è indigente. Il primo può ancora esercitare il diritto di scelta (nonostante l’obbligatorietà del certificato determini un indiretto obbligo vaccinale), il secondo invece non può. Qualora il “governo dei migliori” introducesse il cosiddetto “modello francese”, sebbene mitigato, come hanno garantito esponenti dell’esecutivo, ne otterremo una società peggiore, ossia ancora più divisa, diseguale, ingiusta, in cui i ricchi godono di diritti sempre più compressi e i poveri si attaccano al tram, anzi, neppure questo, dato che servirebbe il Green Pass.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon