Alla condivisione Facebook predilige adesso la delazione. E così negli Stati Uniti già la scorsa settimana, sulle bacheche degli utenti, è comparso un avviso inquietante attraverso il quale il social network chiede ai suoi iscritti di segnalare gli amici che potrebbero essere diventati o potrebbero diventare estremisti. “Sei preoccupato che qualcuno che conosci stia diventando un estremista? Ci teniamo a prevenire l’estremismo su Facebook. Altri nella tua situazione hanno ricevuto supporto confidenziale”, si legge sulla notifica. E ancora, Fb spiega: “I gruppi violenti cercano di manipolare la tua rabbia e la tua delusione. Puoi agire ora per proteggere te stesso e gli altri”.

Il portavoce di Fb ha precisato che si tratta di una sorta di test, volto a fornire maggiore supporto agli iscritti allo scopo di tutelare loro stessi e individui della loro cerchia dal pericolo di esposizione a contenuti estremisti. Insomma, vorrebbero convincerci che le intenzioni siano buone, tuttavia, di fatto, il risultato è l’ennesima compressione della libertà di espressione. Chi stabilisce infatti cosa è estremo e cosa non lo è? E poi, estremo rispetto a cosa? Sono estremiste solo alcune idee attribuite alla ideologia di destra o anche idee attribuite alla ideologia di sinistra?

Inoltre, è estremo dichiarare che il vaccino anti-covid è ancora sperimentale, è estremista affermare che il coronavirus potrebbe essere stato prodotto in laboratorio? E dire che “papà” e “mamma” sono termini non offensivi è riconducibile ad un pensiero di estrema destra o di estremo buonsenso? Opporsi alla immigrazione illegale pretendendo il rispetto delle regole è da estremisti? Esporre le proprie perplessità riguardo il Ddl Zan configura una condotta preoccupante, tale da dovere essere segnalata? Dire che non inginocchiarsi allo stadio è legittimo può farci incorrere in una segnalazione?

Proclamarsi contrari all’utero in affitto è da estremisti? E rifiutare l’ideologia gender lo è?

La dittatura del pensiero unico si estende in tutto l’Occidente, social network inclusi, servendosi degli strumenti tipici dei sistemi illiberali, quali censura e delazione.

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