“Macarones” e “motorinos”, ossia “maccheroni” e “motorini”. È con questi termini, adoperati con intento dispregiativo che gli abitanti di Formentera chiamano gli italiani, i quali, a partire dagli anni Ottanta, hanno invaso l’isola più selvaggia delle Baleari. È tutta invidia, parliamoci chiaro, perché gli italiani a Formentera non si sono mica accontentati di fare i semplici turisti in cerca di quella pace che contraddistingue tale paradiso, che dista soltanto trenta minuti di aliscafo dalla chiassosa Ibiza.

Essi si sono letteralmente impadroniti del territorio, lo hanno colonizzato e italianizzato mediante l’imposizione di usi e riti tipicamente italiani, come quello dell’aperitivo (in questo caso rigorosamente in spiaggia), avendone riconosciuto quella straordinaria vocazione turistica che forse, pur essendo sfacciata, sfuggiva agli spagnoli, i quali snobbavano Formentera privilegiando le isole sorelle. Gli autoctoni storcono il naso davanti a coloro che giungono dall’Italia, giudicati troppo rumorosi, maleducati e invadenti.

Qualche anno addietro questo sentimento di ostilità è sfociato in una vera e propria campagna anti-italiani, emblematica la scritta comparsa su un muro di Es Pujols, zona centrale dell’isola: “Fuera los italianos de la isla”. “Col cavolo che ce ne andiamo”, avranno pensato le migliaia di piccoli imprenditori stabilitisi laggiù, magari facendosi una risata. Ovviamente questo sentimento di aperta insofferenza non ha demoralizzato i cittadini dello stivale che hanno seguitato a vivere, lavorare, divertirsi, investire, andare in vacanza a Formentera. Del resto, c’è chi li odia ma c’è pure chi li ama, eccome! In fondo, non si può mica piacere a tutti. 

In verità, ciò che infastidisce i cittadini del posto è il fatto che noi siamo stati più bravi di loro nel fare impresa, tanto che, se domani mattina sparissero le attività create e gestite da gente proveniente dall’Italia, di Formentera resterebbero solamente le spiagge vuote, che non sono poi poca roba, certo, tuttavia l’isola ne uscirebbe impoverita, depressa, bella sì ma triste. Circa l’80% dei ristoranti è gestito da connazionali, che sono pure proprietari di negozi di abbigliamento e oggettistica varia nonché di locali alla moda in riva al mare, 100% italiani sono altresì coloro che offrono il noleggio di motorini a bordo dei quali i turisti, anche questi soprattutto italiani, sfrecciano verso i lidi dalla sabbia bianca e dalle acque cristalline. Nonostante brulichi di vita, Formentera, le cui strade site al di fuori del centro abitato di notte sono completamente buie, conserva il suo preponderante carattere selvatico e indomabile. E in questo consiste il suo irresistibile fascino. Lo subiscono anche i cosiddetti vip nostrani, che in tanti hanno acquistato casa sull’isola.

Va da sé che la lingua più parlata a Formentera è l’italiano, senza dubbio. Sono italiani commessi e commesse, camerieri e cameriere, di solito giovani di buona volontà che con l’arrivo della stagione calda migrano da quelle parti per unire l’utile al dilettevole. E anche questa estate, come la scorsa, l’epidemia non ha impedito gli sbarchi di cittadini del Bel Paese innamorati dell’isola spagnola divenuta appendice dell’Italia, che possono sentirsi a casa pur essendo al di fuori dei confini nazionali. 

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