Secondo il comico Beppe Grillo, “se una persona può dare in una giuria popolare un ergastolo può anche occuparsi un anno di una cosa politica” e “i rappresentanti potrebbero essere estratti a sorte”, eliminando del tutto le elezioni, cosa che il cervello del M5s, Movimento che per conto suo un cervello non ce l’ha, propone fin dal 2013. Innanzitutto, occorre precisare che quantunque la giuria popolare si esprima sulla colpevolezza o meno di un individuo, non tocca ai giurati scrivere le sentenze e stabilire le pene, bensì a individui che hanno studiato diritto, hanno superato concorsi e fanno i giudici.
Che a Grillo piaccia o meno, le competenze sono indispensabili. Senza competenze si creano i danni. E l’esperienza dei grillini al governo è emblematica in questo senso. Ci hanno spiegato che uno vale uno e uno vale l’altro, che chiunque possa occuparsi di politica, scrivere leggi, amministrare, guidare dicasteri fondamentali, eppure l’esperienza ha ampiamente dimostrato che un imbecille al potere può compiere danni talvolta irreversibili. Tuttavia, il comico si ostina, seguita ad esaltare la sua visione, la dottrina in base alla quale ogni cittadino, a tempo, per un anno magari, così afferma Beppe, può curarsi della res pubblica e poi tornare alle sue faccende private e alle sue occupazioni: a raccogliere le olive, a vendere bibite allo stadio, a riparare tubature, a campare di reddito di cittadinanza e così via.
Al M5s non è bastato ridurre il numero dei parlamentari, l’obiettivo – come ho già scritto ampiamente su questo blog e su Libero – è la distruzione della democrazia parlamentare, rappresentativa, sostituendola con quella diretta, in cui le Camere svolgono una mera funzione di controllo e sono del tutto svuotate delle loro prerogative e dei loro compiti. Si tratta di un attacco alla democrazia, di un disegno pericoloso, di un progetto liberticida, che annulla il popolo sovrano anziché metterlo al centro, come vorrebbe farci credere Grillo.
Il comico aggiunge: “Perché non posso selezionare delle persone con certe caratteristiche e poi dire: ti vuoi occupare un anno, a tempo determinato, di questa cosa qui per la tua città, per il tuo Paese, per la tua regione? Non mi interessa chi sei e chi non sei, solo i requisiti”. Ma a chi è affidato il compito di selezionare i soggetti i cui nomi poi vengono estratti alla lotteria? Forse a Beppe Grillo stesso? Ad un organismo nuovo? E chi dovrebbe comporlo? Spetta al popolo e soltanto al popolo votare ed eleggere i propri rappresentanti. Neppure alla sorte. E quali sarebbero i requisiti richiesti ai candidati? Insomma, il discorso di Grillo fa acqua da tutte le parti.
“La democrazia diretta è l’evoluzione della democrazia”, proclama il genovese. Per Grillo la cancellazione del Parlamento sarebbe un progresso. Il che fa accapponare la pelle e la dice lunga su un Movimento che annunciava di avere abolito la povertà ma che per ora ha abolito soltanto 345 rappresentanti del popolo sovrano. E speriamo si fermi qua.