Il reddito di cittadinanza che avrebbe dovuto creare posti di lavoro (non si sa sulla base di quale miracolo) e abolire la povertà non basta più. Secondo il garante del M5s Beppe Grillo, serve il reddito universale per uscire dalla crisi. Ma di cosa si tratta esattamente? Ce lo ha spiegato più volte lo stesso comico: esso consiste in un sussidio riconosciuto a chiunque per nascita, una sorta di premio per essere venuto alla luce. Sul suo blog a fine marzo scorso Beppe scriveva: “Si deve garantire un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”. A giudizio di Grillo, il reddito universale, che ci tirerà fuori dalla crisi, “non è di sinistra né di destra, è avanti”. Insomma, occorre dare soldi a chiunque per il fatto di avere compiuto lo sforzo di nascere. Ciò che Grillo trascura di illustrarci è dove andremo a prendere questi soldi da regalare a ricchi e poveri, ad ogni singolo individuo.
Abbiamo bisogno di creare posti di lavoro e il M5s blatera ancora di bonus e sussidi, che svuotano le casse dello Stato e non costituiscono investimenti produttivi. Tali misure rendono il cittadino suddito e schiavo e fanno diminuire persino il numero degli attivi, ossia di coloro che cercano una occupazione.
E non stupisce che Grillo oggi, in collegamento con la conferenza stampa al Senato sulla presentazione del decreto Mise, si sia lasciato sfuggire una osservazione inquietante: “Paradossale è che le dittature funzionino più delle democrazie. Siamo bloccati su stronzate gigantesche”. Del resto, questo governo giallorosso ha esercitato per mesi i pieni poteri.
Grillo inoltre ha dichiarato che la destra non ha idee, la sinistra ne ha poche ed i cinquestelle invece ne hanno. “Mettiamo insieme le forze”, dice Grillo, che ha voluto e difende l’alleanza tra Pd e M5s ben consapevole che divisi, entrambi, sarebbero destinati all’estinzione.