Oggi sul Blog di Beppe Grillo è stato pubblicato un curioso contributo in romanesco a firma di un Franco Ferrari. Si tratta di una sorta di ode dedicata a Virginia Raggi, sindaca incompresa dai romani che, a giudizio dell’autore, il quale li definisce “infami”, non ne sono degni.

Insomma, mentre gli abitanti della capitale si chiedono cosa diavolo abbiano fatto di male per meritarsi una prima cittadina così, Beppe Grillo taglia corto: siete voi a non essere all’altezza di un sindaco tanto bravo, capace, operoso ed onesto. Il dubbio sorge spontaneo: il comico sta forse cercando di scaricare Virginia e, al fine di non ferire i suoi sentimenti, la consola raccontandole la stronzata che ella vale troppo per i cittadini romani?

Ecco alcuni passaggi interessanti del componimento:

“E voi, pretennete che sta pòra crista, che deve da combatte a mafia romana, e famijie Casamonica, casapound, forza nòva, li cazzari, sò due, e carciofare, Cartagirone co li giornali, Angelucci cò le cliniche, er Pd, a Lega, li fascisti, li zingari, li ladri, li corrotti che staveno dentr’ar comune, li corrotti dell’Atac, le perdite dell’acqua, li abusivi ne le case comunali, li politici che l’occupaveno, embè”.

Il sommo poeta tira in ballo tutti, nel calderone dei nemici di Roma ci finiscono editori, partiti di destra e sinistra, “cazzari” e non meglio specificate “carciofare”. Tutta colpa di questi bruti se a Roma non funziona un bel niente, mica di Virginia, “pòra ragazza” (sic!)!

E ancora:

“Ve meritate Carraro, Signorello, Darida, Veltroni, Rutelli, Alemanno ! Marino. Da che sò vivo e capiente, solo Petroselli era ben visto da tutti, ma, er Signore se lo prese de corsa, forse voleva mette a posto er paradiso. Tutto er resto, monnezza su monnezza, de persone, o de opere, e li buffi c’hanno invaso la città.

L’anima de li mejo morta… vostra, si nun ve spicciate a sostenè sta pòra ragazza, armeno, senza metteje li bastoni fra le ròte, cari romani, ve devo da di che sète proprio infami. E si, perché nun ve basta che ve compra l’autobusse co l’aria fredda e calla, nun ve basta che ve rifà tutte e strade, nun ve sta bene che ve regala er mare libero, aricordateve quanno pe annà su la spiaggia dovevate da pagà l’ingresso, sveja! Era tutta mafia, ve stava bene? No. Perché sentivo tutti che se lamentaveno, e, nun c’era un buco dove potè annà ar mare.

Pé questo ve dico che l’onesti dovrebbero pijà e valige, e, annassene, abbandonà sta città bella e zoccola. Si vincheno li vecchi partiti, sète fottuti. Nun se farà più gnente, e, si se farà quarcosa sarà pé volere de la magistratura. Ma voi, godete a sputà in faccia a na sindaca pulita, e testarda, una che le cose le fa. Pensatece , c’avete undici mesi de tempo, pé pensacce bene.

O volete Roma, o sète morti, che Roma, quell’artri, se la magneno”.

Capito, romani? Avete 11 mesi di tempo per decidere: o vi tenete una sindaca “pulita, testarda, che le cose le fa” (prima o poi le fa), o rinunciate a questo dono del cielo restando “fottuti”.

Pensateci bene, mi raccomando.

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