Non è mai uscito dal reality-show l’attuale portavoce del governo, Rocco Casalino, il quale va in brodo di giuggiole ogniqualvolta intercetta una videocamera. Dopo avere partecipato alla prima edizione del Grande Fratello, avere fatto l’opinionista in programmi trash nonché l’ospite pseudo-vip nelle discoteche italiane, meditando seriamente di intraprendere la carriera pornografica pur di “diventare milionario”, oggi fa politica, o meglio, questa sarebbe la sua ambizione ma, non essendo stato eletto, si è dovuto accontentare di permanere dietro le quinte.
Eppure Casalino, che smania dalla voglia di essere protagonista, fa capolino da dietro il tendone e poggia il piede sul palcoscenico che vorrebbe calcare. Poiché lui proprio non ce la fa a non apparire.
Rocco è vero solo quando recita. E recita sempre. A suo dire, stava interpretando un ruolo anche quando, qualche anno fa, ripreso da Le Iene, ha discettato di immigrati e immigrazione, affermando: “Hai mai provato a portarti a letto un rumeno? Se si lava, se gli fai fare dieci docce, continua ad avere un odore agrodolce. Non so che cavolo di odore è”. E poi: “Il vero problema degli extracomunitari è dei meno ambienti – anziché “meno abbienti” – che vivono nelle zone invase dagli extracomunitari”.
“Mi era stato chiesto di vestire i panni di uno xenofobo”, ha puntualizzato più e più volte il portavoce del premier. L’ex concorrente del GF ha sciorinato la stessa scusa di recente, allorché è stato diffuso un video risalente al 2004 in cui spiegava agli allievi di un corso di giornalismo tenutosi a Milano quanto gli stiano sulle balle anziani e ragazzi con la sindrome di down.
“Da bambino, da sempre, i vecchi mi fanno schifo. E tutti i ragazzi down mi danno fastidio. Non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, nessuna voglia di aiutarli, poveretti che gli è capitata questa cosa, ma non voglio occuparmene. È come se fa schifo il ragno. Io provo fastidio e imbarazzo, non voglio perderci tempo, non mi va di stare con i vecchietti, non voglio stare dietro ai bambini, non voglio fare bambini, non mi va di stare dietro ad uno che è down, che non capisce niente…”, afferma Casalino davanti agli studenti.
Due giorni fa il portavoce, indignato per gli attacchi subiti, sul blog delle stelle ha scritto: “La stampa italiana pubblica vere e proprie bufale sul mio conto, con il solo obiettivo di colpirmi. Questa volta è stato pubblicato un video che risale ad oltre 10 anni fa, quando frequentavo il “Centro Teatro Attivo” di Milano. In quel corso si sviluppava lo studio dei personaggi, li si interpretava, forzandone i caratteri in maniera anche paradossale e provocatoria.
Le mie parole sono inserite in quel contesto e non rappresentano assolutamente il mio pensiero, né oggi né allora. Continuerò a lavorare con serenità e procederò a querelare chi ha diffuso menzogne sul mio conto. Spero che chi continua ad insultarmi chieda scusa”. Le parole di Casalino, a cui il fato vuole che venga sempre chiesto di interpretare la parte dello stronzo, sono addirittura convincenti, tanto che abbiamo voluto prendere visione di tutto il video incriminato (della durata di quasi due ore) e non solo di quello spezzone.
Ed è così che ci siamo accorti che Rocco non si trovava in quell’aula in qualità di discente, bensì di ospite-docente, con il compito di interloquire con i ragazzi, aspiranti giornalisti e non aspiranti attori. Va da sé che Casalino non stava affatto declamando un monologo, bensì diceva la sua. Impersonava sì, ma nient’altro che se stesso.
Il portavoce portarogne raccontava di come decise di fare il provino per entrare nella casa più spietata d’Italia: “ho visto che i concorrenti (all’estero) erano diventati tutti milionari… Mi hanno preso perché bisessuale”. Durante lo stesso incontro Rocco illustra il suo rapporto con la telecamera: “rappresentava per me la coscienza, vedeva la mia bugia. Ho capito di essere cattivo e falso, ho manipolato tutti dal primo giorno. È stata una sofferenza scoprire il mio essere malvagio, ma ora ne sono consapevole e felice”.
Casalino parla anche di “negretti”, della suo interesse verso Umberto Bossi da quando si è trasferito dalla Puglia a Milano e si ritrova tra i piedi gli extracomunitari. Per questo dice di avere preso casa in una zona dove non corre il rischio di imbattersi in simili incontri. “Preferisco essere onesto e dire che un marocchino accanto mi dà fastidio perché puzza”. La stessa avversione Rocco la manifesta nei confronti di coloro che “guadagnano 700 euro al mese e si vestono alla Standa”, che alla fine non sono altri che gli elettori del Movimento 5 Stelle che sperano di incassare gli agognati soldi del reddito di cittadinanza e che per il portavoce del governo sono “sfigati”.
Ma Casalino stava recitando, questo sostiene. Recitava la parte del docente classista e xenofobo durante un corso reale di giornalismo. Perché egli è ancora e sempre dentro un reality show. Il suo.
Discetta anche di storia il grillino revisionista: “Un periodo come la Seconda guerra mondiale siamo abituati a semplificarlo come Hitler=Male ed Ebrei=poveretti, e basta, senza comprendere la complessità storica che ha portato i tedeschi ad odiare gli ebrei e poi incenerirli, per quanto ingiusto”.
È un Rocco ossessionato dai soldi, dalla fama, dalla celebrità. Non importa come sia acquisita, ciò che conta è guadagnare e mostrarsi. “Prima una velina non la salutavo neanche, ora la vedo in un’altra ottica perché so che prende 50 mila euro al mese”, continua.
“Guadagno tantissimo e lavoro pochissimo. Se mi chiedono di fare la cretina in tv, la faccio perché conviene. Se mi chiedono di fare la checca isterica, la faccio. Ho scelto di stare dalla parte giusta”. La “parte giusta” per Casalino sono i salotti di cui parla, quelli dove “vengono prese le decisioni importanti”, frequentati dalla gente che conta, mica dai poveracci.
“Io ho i soldi, non come voi che prendete 800 euro al mese. Io posso andare in vacanza, voi no. La vita così è una vera figata… Essere nella mia posizione mi dà solo vantaggi, posso dare il curriculum di mia cugina e di mia sorella ad una cena, perché sono importante. Con lo snobismo intellettuale non si arriva da nessuna parte”, sottolinea Rocco, gonfio come un pesce palla. Ed ecco che qualche studente insorge: “Che ne sai tu dove sono andato in vacanza io?”. Uno chiede: “Fare il coglione è un privilegio quindi?”. A chi lo contesta Rocco risponde: “Tu sei il pericolo. Dici banalità”.
Un altro lo interroga: “Non rischi di diventare la caricatura di te stesso, la gente magari si stanca di te?”. Rocco replica: “Coloro che spariscono hanno una pochezza, ma se uno è furbo, una strada la trova, quindi sono molto speranzoso su me stesso”.
Ed in effetti Casalino una via alternativa l’ha individuata ed imboccata, quella che porta a palazzo Chigi. Colpo di scena che ha stupito anche il suo ex agente, Lele Mora che ha dichiarato a Libero: “Non lo avrei mai immaginato. Rocco ha lavorato per me, non è uno stupido, sa quello che vuole e ha dimostrato di riuscire a passare da un settore ad un altro. Non è una persona che mi interessa frequentare, ma non si può negare che abbia delle doti”. Doti interpretative di sicuro. Ogni volta che recita lo prendiamo sul serio.
È risultato credibile non solo a noi, ma anche all’Associazione italiana persone con sindrome di down (Aipd), che ritiene inaccettabili le affermazioni del portavoce pentastellato, all’Aniep, associazione che difende i diritti dei disabili, che ha annunciato per martedì prossimo un sit-in di protesta davanti al parlamento, nonché alla Comunità ebraica di Roma, che ha chiesto a Rocco un “chiarimento più convincente delle motivazioni finora addotte” riguardo le parole che sembrano giustificare l’olocausto.
Articolo pubblicato su Libero il 10 novembre del 2018