L’amore può resistere a tutto: al tempo, alla distanza, alla presenza della suocera. Tuttavia, non alla quarantena. La convivenza forzata tra partner, determinata dalle misure restrittive volte al contenimento del contagio da coronavirus, nell’ultimo anno ha determinato in tutto il globo, a cominciare dalla Cina, un aumento vertiginoso dei divorzi. Il Regno Unito non è da meno, anche se da quelle parti è emerso un dato curioso: le coppie omosessuali si separano con maggiore frequenza rispetto a quelle etero e sono in particolare i matrimoni tra lesbiche a naufragare. Le donne si prendono e si mollano alla velocità della luce e facilmente si stufano l’una dell’altra. Il Daily Mail ha riportato che, nell’ambito delle unioni omosessuali, nel Regno Unito, dove le nozze gay sono state introdotte nel 2014, quasi tre quarti degli scioglimenti avvengono proprio tra coppie saffiche.

Insomma, se la vita sotto lo stesso tetto non è sempre tutta rosa e fiori tra lui e lei, tra lei e lei va persino peggio, tanto che le due spose volentieri si dicono “addio” imboccando ciascuna la propria strada, preferibilmente il più lontano possibile da quella dell’altra. In questi casi non si può di sicuro puntare il dito contro il maschio, al quale di solito viene attribuita la responsabilità della fine dell’idillio. La causa del ripudio non sarà quindi rintracciabile nel comportamento divenuto intollerabile del marito assente, o indifferente, o possessivo, o farfallone, o violento.

Natalie Drew, direttrice di una clinica inglese per la fertilità il cui matrimonio omosessuale è terminato nel 2018, è convinta che la rottura di molte relazioni tra signore sia dovuta al fatto che i gay spesso si precipitano nella routine matrimoniale tradizionale pur non essendo adatti a questo stile di vita. Forse per un desiderio di emulazione o per rivendicare l’uguaglianza dei diritti rispetto agli etero. “La legalizzazione del matrimonio tra individui dello stesso sesso – ha dichiarato Drew, la quale parla a ragion veduta e afferma di essere rammaricata di avere convertito la sua unione civile in matrimonio nel 2015 – ha prodotto più danni che benefici. E di certo non ha arrecato alcun vantaggio alle lesbiche”. Infatti, a giudizio della direttrice, nel momento in cui si ritrovano fuse nel vincolo nuziale le partner si sentono obbligate a rivestire i ruoli tipici di marito e moglie: una diventa il capofamiglia, l’altra la madre”. Inevitabile che una delle due (o entrambe) si senta castrata e avverta una insofferenza crescente nei confronti del sodalizio che piano piano inizia a stare stretto.

Gli omosessuali hanno voluto la bicicletta e ora pedalano proprio come gli etero, con la differenza che questi ultimi oramai, dopo millenni di esperienza, marciano sempre meno verso l’altare prediligendo l’esistenza da single, che non è sempre agevole però almeno è più serena, visto che evita numerose scocciature.

Le nozze gay ci hanno dimostrato che il matrimonio è davvero la tomba dell’amore: finché si sta insieme senza questo tipo di contratto il rapporto funziona alla grande, allorché ci si sposa la coppia scoppia.

Tra le ragioni che spingono le coniugi a mandarsi al diavolo al primo posto risulta essere l’adulterio, prova che i due generi sono uguali, almeno nei vizi. Quasi due terzi delle unioni tra donne si sono sciolte per questioni di corna, eppure abbiamo sempre creduto che l’infedele fosse lui, mentre lei fosse la santa vittima. Macché! L’indole a tradire appartiene ad ambedue i sessi, però non vi è dubbio che a risvegliarla contribuisca l’anello al dito.

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