“Il ponte sullo stretto si farà! E se non basta il ponte, faremo un tunnel”, “non ci saranno più bollette del gas e aboliremo anche quelle della luce, e crepi l’avarizia!”, “e se non siete contenti, toglieremo la tassa sulla spazzatura, il bollo dell’auto e l’assicurazione”, “daremo 1000 euro a persona, anzi 2000, ed imbiancheremo la casa di tutti, gratis. Torneranno anche i pescispada sulla costa”, “nel mio programma aboliremo il latino ed introdurremo il poker”, “se vengo eletto farò assumere 6,7,8 mila forestali. Metteremo un forestale per ogni albero”, “vi pagheremo per stare a casa e non fare nulla”.

No, non sono le promesse elettorali dei politici italiani, sebbene siano simili o in parte identiche, bensì quelle di Cetto La Qualunque, improponibile candidato sindaco di un paesino calabrese, personaggio inventato e personificato dal genio comico Antonio Albanese. Sappiamo che la tv ed il cinema incidono sui costumi, ma mai avremmo creduto che potessero influenzare anche le campagne elettorali, spingendo politici e politicanti a trarre ispirazione o a copiare il programma, lo stile e le promesse di un soggetto cinematografico, che sta prendendo corpo nella realtà, rendendo la politica ancora più grottesca e surreale di quanto già non sia.

Il leader del pd, Matteo Renzi, ravvedutosi, dopo avere messo il canone Rai nella bolletta elettrica, nella campagna elettorale del 2018 voleva abolirlo. Matteo Salvini promise nella stessa occasione di abolire l’obbligo vaccinale. Piero Grasso le tasse universitarie. Silvio Berlusconi il jobs act, le imposte sulla prima casa, le tasse sulla successione e sulle donazioni, nonché il bollo auto. Anche Luigi Di Maio promise l’abolizione della povertà e lavoro per tutti grazie al reddito di cittadinanza. Sia il leader di Forza Italia che della Lega si impegnarono ad eliminare le aliquote Irpef, introducendo la flat tax. Insomma, ogni volta si fa a gara a chi elimina più oneri che gravano sugli italiani e a chi concede loro di più. Si calcolò che qualora tali proposte avessero avuto seguito e fossero state realizzate, la perdita per le casse dello Stato sarebbe stata di oltre 500 miliardi di euro.

Insomma, ogni campagna elettorale viene combattuta strenuamente a destra e a sinistra a colpi di promesse: si mette tanta carne sul fuoco, ma il risultato sarà, come sempre, tanto fumo e niente arrosto.

Ciò che i partiti non hanno considerato, o hanno perso di vista nella smania di superare l’avversario in termini di sensazionalismo, è che gli italiani non sono idioti, né bambini a cui lanciare in bocca la zolletta di zucchero per farli stare buoni.

Abbiamo creduto milioni di volte ed altrettante siamo rimasti delusi. Ecco perché la fiducia degli elettori ha raggiunto oggi i minimi storici. Per farla crescere non serve assicurare loro che saranno abbassate o annullate le tasse, ma essere più concreti, coerenti e credibili, magari con un pizzico di ironia e sbeffeggiando questo assurdo modo di fare propaganda che non fa altro che offendere la dignità e l’intelligenza del popolo sovrano.

Proprio come ha fatto Stefano Torre, 52 anni, web designer laureato in ingegneria, candidato sindaco di Piacenza, che ha raccolto 1800 voti alle elezioni comunali del giugno 2017. Non si capisce se Torre c’è o ci fa. Ha promesso di creare un vulcano nella sua città, di distribuire viagra gratuitamente a tutti gli over 55 e addirittura di eliminare la morte. L’uomo ha una rarissima malattia neurodegenerativa che gli ha quasi impedito di muoversi, pochi anni fa si è rimesso in piedi, si è riscoperto vivo e desideroso di mettersi in gioco. Ma questa storia personale, che chiunque avrebbe strumentalizzato a suo vantaggio, l’ha raccontata solo ad urne chiuse.

“Ho fatto la figura della persona seria che parla da giullare in un mondo di giullari che parlano da persone serie. Le mie proposte, stranamente, erano persino più credibili di quelle dei miei avversari che si vestivano di sobrietà, assumendo un contegno e delle pose che di solito non hanno. Il programma elettorale è una menzogna, nessuno pensa di fare ciò che assicura, lo scopo è quello di estorcere il voto agli italiani. Durante la campagna affermavo cose così surreali da essere identificate come falsità, al fine dimettere a nudo le bugie dei miei avversari”, ha dichiarato Torre, aggiungendo che “farsi prendere in giro è una cosa seria, è più grave volersi fare prendere sul serio ingannando”.

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