Come se non bastassero quelli tradizionali, sono stati inventati persino i messaggi vocali, che insieme ai primi concorrono a rendere ancora più complicate, invece che agevoli, le nostre relazioni sociali.
Sono molto di più di un semplice messaggio lasciato in segreteria e molto di meno di una chiamata. Una forma ibrida di scocciatura. Andiamoci piano nell’adoperarli e soprattutto non superino la durata massima di cinque secondi. Oltrepassata tale soglia la loro natura muta e si trasformano in subdole forme di sequestro di persona. Non siate così presuntuosi da credere che stare quindici, trenta, cinquanta secondi e oltre attaccati al telefono per ascoltare ciò che avete da dire costituisca un piacere. Partite piuttosto dal presupposto che il destinatario abbia qualcosa di meglio da fare. Il che è verosimile.
Sentitevi in diritto di non ascoltare messaggi della durata di tre, quattro, cinque minuti, soprattutto se contengono lagne, frasi negative, racconti di vicende che non vi riguardano, infinite pause, sospiri, e nulla di concludente. Essere educati è un dovere a cui non siamo vincolati nei confronti di chi è in cerca solo di un pubblico e non rispetta il nostro tempo.
Quindi siate incisivi, sintetici, andate dritti al punto. Comunicate solo se avete qualcosa da comunicare. Il che sembra logico, anzi persino ovvio, eppure chissà perché ogni giorno produciamo e riceviamo migliaia, tonnellate, ore, di registrazioni vacue. Quanto fiato sprecato!
A differenza della telefonata, il messaggio vocale non lascia scampo. Chi parla è protagonista assoluto, nessuno può interromperlo, intervenire, domandare. Chi ne fa uso sconsiderato è affetto da egocentrismo cronico. Quindi un gran cafone.
Il tono sia lieve, piacevole, tuttavia vivace. Non usate quelle intonazioni simili a voci provenienti dall’oltretomba. Soprattutto di notte fanno un certo effetto. E ricordate la sintassi elementare: soggetto, predicato verbale e complemento. Sul serio è così difficile?
Se desiderate fare i romantici, piuttosto che registrare la nota vocale contenente la canzone che state ascoltando, tanto vale inviare il link della stessa in originale. La qualità del suono è decisamente migliore e soprattutto chi la riceve saprà immediatamente di cosa si tratta senza essere costretto ad ascoltare il messaggio per intero per non perdersi qualche vostro commento a margine.
Queste carinerie sono così barbose. Vanno bene una tantum.
Non cercate di artefare la vostra voce, rendendola più dolce e sensuale. Non è necessario modificare anche l’unica cosa autentica che ci è rimasta. Vi basterà non urlare. Bisbigliando sarete suadenti. Ma anche in questo caso assicuratevi che l’altro possa udirvi senza dover ricorrere precocemente a un apparecchio acustico.
Tratto da “Spegni quel telefono”, di Azzurra Barbuto, Piemme