A causa dell’emergenza sanitaria i porti italiani sono chiusi. Ma soltanto sulla carta. Di fatto gli sbarchi non si arrestano, anzi hanno assunto un ritmo sostenuto. Lunedì, dopo due settimane di isolamento, i 169 migranti che permanevano a bordo della nave-quarantena Moby Zaza attraccata a Porto Empedocle, essendo risultati negativi al tampone per verificare la positività o meno al coronavirus, sono stati trasferiti per mezzo di pullman scortati dalle forze dell’ordine al Cara di Crotone.

Subito dopo è iniziata la sanificazione del locali dell’imbarcazione, poiché era necessario renderli agibili per il prossimo carico di extracomunitari, i 180 che da venerdì 3 luglio si trovavano sulla nave della Ong Ocean Viking al largo della costa sud-orientale della Sicilia.

Insomma, 169 terminano la quarantena sottocoperta e altri 180 la intraprendono. Una costosissima catena di montaggio, considerato che tamponi (che per mesi non sono stati concessi neppure agli abitanti dello stivale che mostravano evidenti sintomi), visite, ricoveri, vitto e alloggio sono pagati dagli italiani da qui ai prossimi anni.

I nostri novelli ospiti sono 60 individui provenienti dal Bangladesh, 3 dal Camerun, 17 dall’Egitto, 11 dall’Eritrea, 6 dal Ghana, 11 dal Marocco, 46 dal Pakistan, 16 dalla Tunisia, 4 dal Sud Sudan, 3 dal Sudan del Nord, poi sono presenti un ivoriano e un cittadino del Mali. Tutti Paesi alle prese con la pandemia.

La maggioranza criminalizza coloro che manifestano (se sono di destra), quelli che si recano al bar per fare l’aperitivo, chi tiene abbassata la mascherina, in quanto sarebbero cittadini irresponsabili che mettono in pericolo la salute pubblica e per effetto dei loro comportamenti sconsiderati potrebbero provocare un nuovo aumento del numero dei ricoverati.

Eppure essa spalanca le frontiere a persone potenzialmente infette o infette accertate, le quali ci portano il virus in casa, proprio ora che lo abbiamo quasi spento e proprio nella parte della penisola che, blindando le regioni, siamo riusciti a preservare dall’epidemia, ossia il Mezzogiorno.

È una contraddizione gigantesca: da un lato, la sinistra fa terrorismo mediatico ogni dì insistendo sulla seconda ondata di contagio definita “inevitabile”, “certa”, “peggiore della precedente”; dall’altro, consente un perenne stupro della nostra penisola da parte di migranti economici che intendono insediarsi in Italia raggiungendola illegalmente, i quali piombano qui senza un lavoro e senza un tetto. Siamo noi italiani, in crisi nera, a dovercene fare carico.

Il Pil ha subito un crollo vertiginoso (-11,4%), negozi e ristoranti sono costretti ad abbassare le saracinesche, aumentano i disoccupati, soprattutto giovani, consumi e produzione sono in calo, attendiamo soldi dall’Europa per risollevarci, e cosa facciamo nel frattempo? Accogliamo migliaia di cittadini extra-europei, condotti nel Belpaese da navi battenti bandiere di Stati stranieri, le quali usurpano da anni la nostra Nazione pulendosi le scarpe sulla nostra vituperata sovranità.

È una nefandezza nei confronti del popolo italiano, che con uno sforzo emotivo, economico, psicologico e fisico immane, in questi mesi è rimasto imprigionato tra le mura domestiche al fine di arrestare la circolazione del Covid-19. A ciò si aggiunge un’altra beffa: impediamo ai turisti statunitensi, le cui presenze solo nel 2018 sono state quasi 15 milioni per un giro di affari pari a 2,8 miliardi di euro (Report statistico dell’Istat sul movimento turistico in Italia nel 2018), di varcare i nostri confini, ma non poniamo limiti alle incessanti incursioni degli africani, sebbene il virus in Africa imperversi in modo preoccupante.

I turisti consentirebbero ad albergatori e ristoratori, e non soltanto, di prendere una boccata di ossigeno, dato che sono con l’acqua alla gola; i migranti illegali, invece, determinano ulteriore spesa pubblica, risorse che adesso più che mai dovrebbero essere dirottate in altri settori, senza dubbio non quello dell’accoglienza.

Dal primo gennaio di quest’anno ad oggi, nonostante l’emergenza sanitaria e la chiusura (teorica) dei porti, abbiamo già immesso nel nostro territorio oltre 7.554 immigrati. Nel medesimo periodo del 2019, quando a capo del ministero dell’Interno c’era il leader della Lega Matteo Salvini e non fronteggiavamo alcun virus, i clandestini pervenuti erano stati invece 2.985. La differenza è schiacciante.

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