Per quanto possa apparire incredibile, un topo può essere persino più utile di un ministro degli Esteri. Soprattutto se questi è il pentastellato Luigi Di Maio e il primo invece è Magawa, ratto gigante africano che di recente è stato premiato con la medaglia d’oro al valore dall’ente benefico britannico People’s Dispensary for Sick Animals per “l’eccezionale coraggio e l’eccezionale dedizione alla vita civile” nonché per l’impegno dimostrato in Cambogia nell’individuazione delle mine antiuomo.
Questi subdoli ordigni annualmente nel mondo determinano una vittima ogni ora e in più di un caso su due si tratta di bambini (7 mila tra morti e feriti nel 2018 e 130 negli ultimi vent’anni, rapporto diffuso nel novembre del 2019 dalla Campagna internazionale per il bando delle mine antiuomo). La Cambogia, in particolare, è disseminata di milioni di mine terrestri e registra il più alto numero di amputati pro capite del pianeta (25 mila).
Un musetto lungo e sottile, due occhietti che paiono due spilli neri, immobili e interrogativi, i baffi dritti, le orecchie tese e rotonde, il pelo cortissimo e color nocciola. Non si può certo sostenere che Magawa, il quale è stato addestrato da una organizzazione non governativa fondata in Belgio, sia incantevole, tuttavia è indubbiamente carino. Il topolino forse ignora di essere un eroe planetario e di quella decorazione scintillante che porta appesa al collo non conosce il significato. Sono gli esseri umani a dare importanza a codeste onorificenze e a certi vani gingilli. Le bestie sono più terra terra. Non ricercano plausi e applausi.
A Magawa, che al platino preferisce il formaggio, basta la percezione di avere fatto qualcosa di buono quando dopo appena mezz’ora di meticoloso lavoro, quindi in tempi record, ha sgomberato un’area grande quanto un campo da tennis da quegli strani e pericolosi aggeggi che puzzano di sostanze chimiche esplosive. Ed è proprio il suo prodigioso olfatto ad agevolarlo in tale arduo e pernicioso compito. Chissà se il ratto 007 è consapevole di salvare vite! A giudicare dal suo zelo si direbbe addirittura di sì. Eppure non se ne va in giro impettito, l’animaletto rimane umile e cortese e se c’è da sgobbare non si tira mai indietro. Del resto, si stima che nel Paese del sud-est asiatico dove Magawa abita siano ancora 3 milioni le mine terrestri inesplose. Insomma, il lavoro non gli manca.
Nonostante la mole che lo distingue da un topo comune, di quelli – per intenderci – che popolano le viscere delle nostre città, Magawa è delicato come una farfallina. Grazie alla sua leggiadria riesce a passare sopra le mine senza farle detonare e, una volta individuate, ne segnala la presenza a chi di dovere. In appena 7 anni la bestiola ha bonificato da sola oltre 141.000 metri quadrati di territorio. Nonostante rischi la pelliccia e la pellaccia ogni dì, non si può ritenere che Magawa sia un topo sfigato. Macché! Sfortunati sono i topolini chiusi in gabbia nei laboratori, vivisezionati e torturati, o quelli che finiscono in diaboliche trappole di colla oppure di metallo triturante, o che muoiono avvelenati dopo una terribile agonia, o che vengono acquistati per essere dati vivi in pasto a serpenti e altri predatori. In fin dei conti il rattone cambogiano non se la passa mica male. Nessuno lo prende a randellate né viene chiamato “schifoso topo di fogna”.
Non era mai accaduto prima nella storia che una medaglia d’oro per gli animali che hanno dato prova di prodezza venisse attribuita ad un ratto. E questo dovrebbe insegnarci che nessuna creatura meriterebbe di essere sottovalutata. Dal secondo conflitto mondiale sono decine le bestie che hanno ricevuto tale riconoscimento militare: cani, piccioni, cavalli e persino un micio, quantunque sia radicato il pregiudizio in base al quale i gatti sarebbero egoisti e menefreghisti, insomma veri e propri stronzi. Nel 2019 pure il pastore belga Kuno è stato premiato per il suo valore, in quanto in Afghanistan si è avventato su un terrorista di Al-Qaeda che stava sparando colpi di mitragliatrice contro i soldati inglesi. Fido, che ha messo in salvo i militari, è andato incontro al criminale sfidando i proiettili e non ha desistito neppure quando è stato ferito alle zampe posteriori. Purtroppo, il pelosetto è rimasto disabile dato che è stato necessario amputargli una zampetta.
Gli animali sono i migliori amici degli uomini. Ma quand’è che questi ultimi cominceranno ad essere i migliori amici dei primi?