Non se n’è accorto nessuno ma il 15 giugno, alle ore 21 in punto, è accaduto qualcosa di speciale. È partito, dalla Basilicata, il tour virtuale del Movimento 5 Stelle, che toccherà tutte le regioni italiane, come hanno assicurato i grillini (come se gliene fregasse a qualcuno!). Questi ultimi, rei di avere tradito le promesse fatte agli italiani, prima tra tutte quella di “non allearsi mai e poi mai con il partito di Bibbiano”, non hanno il coraggio di incontrare vis a vis gli italiani, così si sono inventati – con la scusa divenuta ormai classica del coronavirus – le cosiddette “piazze virtuali”. Praticamente, una genialata! “A causa dell’emergenza sanitaria, per tutelare la salute di tutti, non potremo essere presenti fisicamente in piazza, come siamo abituati a fare, ma saremo lo stesso insieme alla gente con tappe online”, si sono giustificati i pentastellati. Tale diavoleria consente oltretutto ai bimbi di Beppe Grillo non soltanto di eludere la probabile lapidazione (o almeno il sicuro lancio delle uova marce) ma pure di scongiurare l’immancabile inesorabile ineludibile inevitabile garantito flop che deriverebbe da una loro uscita in pubblico. Piccolo particolare: i seguaci di Casaleggio non riempiono più neppure le piazze del web. Disertate.

Che se ne stiano lì ancora un po’, rintanati nei palazzi istituzionali, avvinghiati alla roba come ostriche allo scoglio, alla maniera dei Malavoglia di Giovanni Verga.

Lasciateli lì, ancora un momento, a godere dello scintillio di codesti evanescenti residui di vano potere.

Piove giù. È polvere di stelle.

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