“Se ami l’Italia mantieni le distanze”, con questo slogan il premier Giuseppe Conte aveva presentato le misure previste per la cosiddetta Fase 2, invitando i cittadini a rispettare le regole sul distanziamento sociale pure tra familiari. Il tutto per scongiurare un nuovo incremento dei contagi. Nei mesi scorsi il primo ministro ha insistito spesso sul richiamo alla prudenza e al buonsenso, anche al fine di preservare il Sud dalla diffusione del contagio.

Già i primi di marzo il foggiano si era detto preoccupato per la possibile espansione della epidemia nel Mezzogiorno, impreparato ad una bomba sanitaria. “Se il virus arriva al Sud è il disastro”, così i quotidiani in quei giorni riassumevano il pensiero dell’avvocato del popolo. La serrata totale delle attività produttive non essenziali a marzo era stata definita da Conte una decisione “necessaria per l’area più critica del Nord, ma sicuramente anche utile in funzione preventiva per il Centro e il Sud”, dove non vi erano che pochi casi di infetti.

Questo interesse nel tutelare, costi quel che costi (inclusi terribili danni economici) il Sud, deve essersi stemperato nelle ultime settimane, dato che il presidente del Consiglio – senza battere ciglio – permette l’ingresso in Italia a migliaia e migliaia di migranti economici e clandestini che provengono proprio dai Paesi in cui il contagio è del tutto fuori controllo, come la Tunisia, da cui giunge la maggior parte degli immigrati.

Insomma, era indispensabile chiudere tutto, confini regionali inclusi, per salvaguardare il Mezzogiorno rispetto al Settentrione, però – evidentemente -, secondo il premier, non è affatto necessario adesso proteggere il Sud e l’Italia tutta rispetto alla Tunisia e al Bangladesh. Eppure non è stato Conte a pretendere la proroga dello stato di emergenza? E non è stato questo esecutivo ad impedire ai turisti statunitensi di giungere in Italia? Insomma, i migranti positivi li accogliamo, a chi ci porta soldi riserviamo la porta in faccia.

Povero Mezzogiorno, costretto ad aprire le braccia ogni dì a centinaia di clandestini i quali non accettano l’obbligo di quarantena, che noi cittadini abbiamo rispettato per mesi, e fuggono dai centri di accoglienza, spesso positivi o in attesa di conoscere l’esito del secondo tampone, come è accaduto ieri in Basilicata, dove 10 migranti in attesa del risultato del test si sono dati alla macchia.

Dove sono finiti il patriottismo ed il meridionalismo di Giuseppe? Perché non sigilla le frontiere? Non è più in ansia per le sorti del Meridione?

Intanto l’invasione continua.

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