Nel mondo sono 4 miliardi le persone che utilizzano quotidianamente internet su un totale di circa 7,6 miliardi di abitanti, il che significa che oltre la metà del globo è online. Le persone attive sui social media sarebbero 3,2 miliardi, di cui 34 milioni in Italia. Eppure, nonostante l’uso massiccio che facciamo della rete, solo il 53% di noi ha fiducia nella tecnologia, convinto che essa rappresenti più opportunità che rischi. Insomma, siamo dei consumatori affezionati ma prudenti.
Ma quali rischi corriamo nell’utilizzare internet per tante ore ogni giorno? Secondo recenti studi, l’uso eccessivo degli strumenti informatici può provocare una sorta di dipendenza e danneggiare alcune aree del cervello, in particolare la corteccia prefrontale, sede della consapevolezza, della volontà e della capacità di decidere.
“Più tale utilizzo diventa cronico maggiori sono le modifiche strutturali”, sottolinea Paolo Giovannelli, psichiatra e psicoterapeuta, direttore del centro Esc – Center fot Internet Use Disorders di Milano. Insomma, più stiamo online più il nostro cervello si spegne.
Giovannelli nell’ultimo anno ha visto un aumento importante dei suoi pazienti, ossia uomini e donne di ogni età che soffrono di dipendenza da internet e tecnologia. Si tratta soprattutto di adolescenti di sesso maschile, che arrivano a rifiutarsi di frequentare la scuola pur di restare appiccicati al loro computer o smartphone, ma cresce anche il numero di pazienti pensionati.
“Gli anziani trascorrono spesso tutto il giorno a casa, in solitudine. Internet costituisce per loro un mezzo per colmare un vuoto. In questo caso, diventa più difficile accorgersi che il soggetto sta sviluppando una patologia, in quanto il pensionato è nascosto, si vede di meno rispetto all’adolescente su cui vigilano i genitori”, spiega lo psichiatra.
Le conseguenze di un uso non corretto e prolungato dei dispositivi sono sia di natura fisica che psicologica. Le prime riguardano il sistema visivo, la postura, il metabolismo. Le seconde riguardano “un inasprimento della difficoltà relazionale” nonché una serie di disordini mentali. In questo caso non si parla ancora di dipendenza, ma “il rischio principale è quello di svilupparla”.
“Il dipendente da internet deve ricorrere al computer o allo smartphone per stare bene, per ridurre l’ansia, per migliorare il tono dell’umore e recuperare un senso di serenità interiore”, illustra Giovannelli. Ecco perché risulta indispensabile per metterci al riparo da questi pericoli “equilibrare il tempo trascorso online, spegnendo i dispositivi elettronici almeno 45 minuti al giorno”, consiglia lo psichiatra, che ritiene che coltivare la cura del proprio corpo mediante l’attività sportiva aiuti in modo tangibile il soggetto nel recupero del benessere psico-fisico e del senso di identità.
Occorre poi trasportare le proprie relazioni sociali da un altrove virtuale, in cui queste restano sterili e persino illusorie, alla realtà, al fine di viverle in modo pieno. “Senza la socialità l’essere umano si ammala”, conclude Giovannelli. Insomma, nessun social network potrà mai sostituire i benefici ed il piacere di bere un caffè con un amico.