Quando ci saremo liberati del virus ci saremo liberati anche dei mutamenti che esso ha comportato sul piano del diritto e delle libertà, compresse in maniera prolungata e talvolta persino illogica allo scopo dichiarato di contenere il contagio? L’anno scorso avremmo risposto: “Sì, senza dubbio. La legislazione emergenziale, quel marasma di decreti che opprimono il cittadino, verrà meno e tornerà tutto come prima che il corona irrompesse nelle nostre vite”. Ma ora non ne siamo più così convinti. Anzi, riteniamo che i nostri valori possano essere sovvertiti e il sistema politico assumere una connotazione autoritaria.

Infatti, se ci fate caso, stiamo assistendo ad un fenomeno alquanto inquietante: più andiamo avanti sul fronte della campagna vaccinale e delle cure e i contagi diminuiscono e con questi la quota di morti e ricoverati, più le nostre libertà fondamentali vengono ristrette sulla base di un principio di precauzione che però non viene bilanciato con quello di proporzionalità, come stabilisce la Costituzione. Insomma, i provvedimenti restrittivi sembrano sproporzionati rispetto alla esigenza di prevenire una nuova eventuale ondata. I sacrifici richiesti ancora una volta agli italiani sono sproporzionati rispetto al pericolo.

Per di più, le pesanti restrizioni a diritti fondamentali sono state possibili solo perché l’emergenza è per sua stessa natura qualcosa di transitorio, straordinario, eccezionale. Quando l’emergenza stessa diventa uno stato permanente, come è accaduto, le restrizioni non sono più giustificate. Esse si trasformano in abusi, perdono legittimità e giustificazione.

Non possiamo fingere che tutto ciò non stia avvenendo poiché sono in gioco diritti umani universali e inviolabili il cui riconoscimento è costato guerre e sangue. Non possiamo insomma distruggere l’eredità giuridica lasciataci dai nostri avi, ci tocca difenderla perché il loro sacrificio non sia stato vano e perché non regrediamo di decine e decine di anni.

Il Green Pass obbligatorio per svolgere normali attività quotidiane, dal prendere il caffè al bar al mangiare una pizza al fare una nuotata in piscina, scusate se insisto (lo farò ogni giorno), rappresenta una misura assolutamente, indiscutibilmente, clamorosamente illegittima, eppure ci è stata imposta, eppure, a partire dal 6 agosto, sarà effettiva. Il Green Pass non previene il contagio ponendo dei limiti al godimento di sacrosanti diritti, esso semmai crea divisioni sociali, discriminazioni, repressione dei diritti, confusione, perdite economiche. Tuttavia viene difeso dal governo, Lega esclusa, proposto quale strumento di libertà, mentre è l’esatto opposto: è uno strumento di repressione delle libertà.

Dall’inizio della pestilenza sono trascorsi 17 mesi, lo stato di emergenza è stato prorogato di altri 5, quasi 30 milioni di italiani hanno completato la vaccinazione (48% della popolazione), eppure siamo stati spogliati persino del diritto di sedere al ristorante se abbiamo esercitato la legittima e sacrosanta facoltà di scelta di non vaccinarci. Possiamo decidere se vaccinarci o meno, ma se non lo facciamo il governo ci punisce privandoci di nostri inviolabili diritti. E se scendiamo in piazza a protestare veniamo chiamati dai giornali “novax”, etichettati quali ignoranti, idioti, individui che hanno un atteggiamento di generale ostilità nei confronti dei vaccini, mentre non è affatto così, trattasi di una clamorosa menzogna.

E questa la definite “democrazia”?

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