Sognano di scomparire, di diventare più esili di un fuscello, di essere magre da morire. La strada per la felicità è costellata di rinunce, digiuni, inganni, bugie, punizioni autoinflitte, per le ragazze pro-ana e pro-mia: migliaia di adolescenti convinte che anoressia e bulimia non siano terribili malattie, bensì stili di vita a cui anelare che regalano una silhouette che assomiglia ad un mucchietto di ossicini, unico passaporto per una vita da vincenti.

Attraverso il web questo desiderio di una magrezza esasperata diventa un delirio, propagandosi come un virus fatale: seduce e uccide. Ogni giorno sorgono nuovi blog, forum, community, chat, in cui le giovani pro-anoressia possono incontrarsi, confrontarsi, darsi appoggio e consigli mettendo a disposizione la propria esperienza senza uscire dalla propria stanza. Restano sole più che mai, ma insieme. Non è affatto difficile accedere a questi siti, molti dei quali, essendo illegali, una volta scoperti, vengono oscurati. Ciò che, invece, resta clandestino sono le chat private su whatsapp, a cui partecipano un numero variabile di ragazze che può andare da qualche decina ad oltre un centinaio.

Essere ammesse in questi gruppi non è facile. Noi ci siamo riusciti per svelarvi questo mondo sommerso e spaventoso, che assomiglia ad un inferno di ghiaccio, in cui regnano ossessione e rigore. Dopo avere fornito le proprie generalità, le quali includono altezza e peso, allegando anche un video, occorre rispondere ad una serie di domande, quali: segui mia o ana? Da quanto tempo? Qual è il tuo obiettivo? Conti le calorie? Quante ore di esercizio fai al giorno? Conosci i rischi e le conseguenze a cui vai incontro? Conosci le leggi di ana? Sai che questo è un gruppo pro-ana e non pro-pesoforma? Sai che facciamo diete drastiche e non normali?

Seguono i cosiddetti “consigli di Ana”, la quale “Ana” (nome che viene scritto con la lettera maiuscola) assurge al ruolo di entità reale, quasi di persona, o divinità, sovrana assoluta delle menti e dei corpi di migliaia di donne che ad essa si sottomettono fino al punto di sacrificare la propria esistenza. Alcuni di questi 53 suggerimenti sono quello di bere un bicchiere d’acqua ogni ora per sentirsi piene, che sia ghiacciata, così l’organismo brucerà calorie per riscaldarsi; quello di fare bagni gelidi di almeno 15 minuti sempre per stressare il corpo che dovrà riequilibrare la temperatura; quello di pulire qualcosa di schifoso, come il bagno, quando si ha fame, al fine di farsi passare l’appetito.

E ancora: “lavati costantemente i denti, così non sarai tentata di mangiare”, “racconta che stai andando a mangiare a casa di un’amica e, invece, vai a camminare”, “se cominci a sentire fame, datti un pungo sullo stomaco”, “preparati uno snack e gettalo via. Lascia il piatto sporco, così i tuoi genitori penseranno che tu abbia mangiato”, “frequenta un gruppo pro-ana e crea un sito web personale”, “mangia nuda davanti ad uno specchio”, “assumi pillole contro il bruciore di stomaco se hai molta fame”, “quando hai i crampi, arricciati come una palla, li farà andare via”, “fumare domerà l’appetito”, “pesati sempre prima e dopo avere mangiato”, “invece di comprare il cibo deprimente, compra i fiori”.

Le pro-ana ritengono che “se non si è magri non si è attraenti” e che “essere magri è più importante che essere sani”. “Prendi lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra”, “non puoi mangiare senza sentirti colpevole e senza punirti dopo”, “quello che dice la bilancia è la cosa più importante”, “essere magri è simbolo di vera forza e di autocontrollo”, “non sarai mai troppo magra”, fanno parte dei 10 comandamenti di Ana.

All’improvviso veniamo scaraventate all’interno del gruppo: siamo ammesse. I messaggi arrivano a ritmo serrato, anche 200 in pochi minuti. Sono consigli, sfoghi, richieste di aiuto, foto, video, resoconti alimentari, immagini di corpi malati che costituiscono ideali da perseguire. Le circa 80 utenti hanno un età che va dai 12 ai 22 anni. Una ragazza chiede se lo yogurt magro sia facile da vomitare, un’altra le risponde che reperirà informazioni al riguardo su internet. Ale cerca amiche con cui intraprendere la dieta “blue jeans”, che consiste nell’assumere per una settimana circa 100 calorie al giorno e 24 ore di digiuno totale. Erica posta un video: è sul letto, sta sudando freddo, sta male, trema, dice che sta per collassare come già le è accaduto, ma non vuole, cede, mangia una caramella. Poi è attanagliata dai sensi di colpa. Teme che domani la bilancia le rivelerà la sua inadeguatezza, la sua incapacità di controllarsi, di dominare il suo organismo. Invece no. All’alba è felice: pesa mezzo chilo in meno, 42 kg.

Nadia dichiara che vuole arrivare a 28 kg anche a costo di morire per questo. C’è chi condivide selfie delle proprie scapole, o dei femori, o del petto scavato. I commenti sono entusiasti: “io adoro”, “sei bellissima, anzi perfetta”, “che spettacolo”, “wow”. Una voce fuori dal coro si è levata l’altra sera. Davanti ad una foto estrema, una partecipante ha osato dire: “Fai impressione, è troppo”. L’amministratrice del gruppo l’ha eliminata prontamente. L’accusa: “lei non sembrava davvero pro-ana”. La condannata chiede di essere riammessa, ma nessuno vota in suo favore: “è malata”. Un’altra è stata espulsa perché ha parlato alla psicoterapeuta dell’esistenza di questa chat. “Puoi cedere, basta che dopo ti punisci come si deve”, spiega una dodicenne. “Non ti preoccupare, l’ho già fatto”, replica una coetanea.

Punirsi vuol dire mettere le dita in gola per espellere tutto, per liberarsi, o fare attività fisica per diverse ore consecutive. Molte attendono con ansia che ricominci la scuola, per poter essere libere di digiunare lontano dallo sguardo vigile di genitori sempre più preoccupati, avvertiti come un fastidio, un ostacolo verso la meta. Di metodi per ingannarli si discute a iosa. “A causa loro, durante il ricovero, ho superato i 50, sono grassa, faccio schifo, ditemi che faccio schifo”, confessa e implora Sara. “Sto litigando con la nonna, dice che se finisco di nuovo in ospedale non verrà a trovarmi, perché la colpa è mia”, racconta Erica.

“Guarire è possibile. Il primo passo è il riconoscimento tempestivo dei segnali che indicano l’insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare da parte dei genitori o degli insegnanti. Più precoce è l’intervento, più rapida è la guarigione da malattie che sono tra le principali cause di morte tra adolescenti, o per suicidio o per complicanze connesse alla gravissima malnutrizione”, spiega Nadia Cerutti, responsabile s.s. Dietologia e Nutrizione clinica presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, che mette in guardia i familiari dal rischio di colpevolizzare i figli che sviluppano questo tipo di problematiche: “Occorre fare capire sia all’adolescente che ai genitori che si tratta di vere e proprie malattie, tale consapevolezza condivisa è una condizione indispensabile affinché la cura abbia successo”.

Da soli non si guarisce, secondo l’esperta, che sottolinea l’importanza del lavoro di squadra: “il paziente deve uscire dalle chat pro-ana, fenomeno in raccapricciante espansione, per entrare in un gruppo di supporto virtuoso, composto da psichiatra, o neuropsichiatra, pediatra, dietista, psicologo, infermieri, genitori. I tempi possono essere lunghi. Se la terapia inizia appena la malattia si manifesta, possono bastare alcuni mesi, altrimenti  sono necessari anni”. Cerutti specifica che è in aumento il numero di adolescenti maschi e persino di donne adulte (dopo la menopausa) che si ammalano di anoressia e bulimia. “Occorre chiedere aiuto, rivolgendosi al proprio medico di famiglia o ai centri specializzati sul territorio”, conclude il medico.

Articolo pubblicato su Libero il 12 settembre del 2017

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