Ogni dì vengono tacciati di estremismo, di essere autori di una serrata propaganda fascista, di incitare all’odio e alla violenza, di fomentare il razzismo, diffondendo una cultura dell’intolleranza. Eppure di estremo Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno soltanto la pazienza.
Alle offese non rispondono con altre offese. Non sparano sulla croce rossa. Restano in silenzio, oppure sorridono, o rispondono tramite un post pubblicato sui social, sempre dai toni civili e moderati.
Il capo del Carroccio è stato tacciato di sfruttare ai fini elettorali l’aggressione della signora congolese che qualche giorno addietro, in Toscana, gli ha strappato camicia e crocifisso appeso al collo, maledicendolo, eppure i fatti erano avvenuti da qualche minuto quando il leghista è intervenuto in diretta televisiva su La7 nel programma condotto dalla giornalista Myrta Merlino, L’Aria che tira, e non ha compiuto il benché minimo accenno all’assalto appena subito, tanto che Merlino il giorno seguente ha lodato stupefatta la riservatezza e la compostezza di Salvini, il quale sì che avrebbe potuto avvantaggiarsi dell’accaduto, tuttavia ha preferito astenersi dal farlo.
Quando lo scorso anno Matteo ha patito l’aspro attacco di un giornalista della Rai Fabio Sanfilippo, che ha scritto su Facebook che la figlia minorenne di Salvini avrebbe avuto bisogno di essere “seguita da persone qualificate” per avere avuto un padre come lui, il leader non replicò con ingiurie, non si pose sullo stesso livello di Sanfilippo, nonostante questi gli avesse toccato il suo amore più grande.
Pure Giorgia Meloni, quantunque non sia sprovvista di affilata dialettica, mantiene il controllo allorché viene presa di mira, ad esempio da Asia Argento. L’attrice, sedicente paladina dei diritti delle donne, fotografò di spalle Giorgia e poi pubblicò sul web l’istantanea con un commento davvero orribile: “Guardate la schiena lardosa di una fascista”. Meloni avrebbe potuto andarci giù pesante, ma non lo fece.
Quando la docente di religione Paola Pessina, ex vice- presidente della Fondazione Cariplo, a luglio, diffuse sulla rete una foto della leader di Fratelli d’Italia con l’osservazione: “Meloni sta diventando calva. L’eccesso di testosterone oltre che cattivi fa diventare brutti”, Giorgia diede l’ennesima prova di contegno. Altro che burina!
“Non mi interessano gli insulti sul piano fisico, tuttavia leggere frasi del genere da chi dovrebbe essere d’esempio lascia un po’ delusi e perplessi”. Colpita e affondata Pessina, che fu pessima. Perché – vedete – la gente finisce con il danneggiarsi da sola quando tira fuori quell’incontenibile rancore, quella malignità, quella bruttezza dell’anima che poi si trasforma in bruttezza generale. Infierire su tale pochezza sarebbe stupido. Una perdita di tempo. Uno spreco di intelligenza.
Meglio non curarsi di loro e proseguire…