Quando sabato notte i militari statunitensi a Idlib, in Siria, hanno fatto irruzione nel covo in cui viveva nascosto, il sanguinario leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi, 48 anni, si è dato alla fuga attraverso il reticolo di tunnel scavato sotto la sua abitazione, costringendo tre bambini – forse figli suoi – a seguirlo affinché fungessero da scudo umano. A tallonare il terrorista, intenzionati a stanarlo una volta per tutte, c’erano soldati speciali, a quattro zampe. Uno dei cani che per un paio d’ore sono stati alle calcagna del criminale internazionale era giunto così vicino all’obiettivo che Baghdadi, sentendosi ormai braccato, si è fatto saltare in aria pur di non finire tra le fauci del suo inseguitore.

Come ha raccontato lo stesso presidente degli USA, Donald Trump, il quale ha assistito in diretta all’operazione dalla situation room sita nei sotterranei della Casa Bianca, nessun militare americano è stato ammazzato nel corso del raid, tuttavia la bestia è rimasta gravemente ferita a causa della violentissima esplosione. E, nonostante il tempestivo intervento degli altri membri del commando che lo hanno soccorso, fido, di cui nome e razza restano sconosciuti, si trova ora in fin di vita. Soltanto un miracolo potrebbe sottrarre il cane eroe alla morte certa, ma c’è da giurarci che l’animale, da ottimo marine, spirerà contento di avere compiuto il suo dovere, portando a termine la missione per la quale è stato addestrato fin da cucciolo, ossia da quando aveva circa 6 settimane, secondo un programma estremamente lungo e faticoso.

Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo. Oggi possiamo aggiungere che esso è anche il peggiore nemico dei terroristi, persino di quelli del calibro di Baghdadi, il quale negli ultimi anni ha realizzato e ordinato di mettere a segno ai suoi miliziani crimini atroci, come lapidazioni, stupri, decapitazioni, attentati sia in Medioriente che in Occidente, massacrando migliaia di esseri umani. E, con una sorprendente abilità, il delinquente era sempre riuscito a non farsi acciuffare. Almeno finché non si è imbattuto in questo tenace cucciolo che lo ha messo alle strette. Gli islamici odiano gli esemplari canini, in quanto li considerano impuri. I terroristi islamici li detestano ancora di più, dal momento che i quattro zampe non lasciano loro tregua, tanto che i miliziani dell’Isis hanno l’ordine di sparare prima ai cani che ai soldati.

Subito dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001 i cani militari, acquistati per la stragrande maggioranza in Germania o nei Paesi Bassi (dove vengono allevati da centinaia di anni) sono diventati compagni di squadra fondamentali per i soldati statunitensi. Essi sono in grado di svolgere diverse funzioni: entrano nelle zone pericolose con una telecamera posta sulla schiena prima che gli umani vi accedano, individuano ed immobilizzano l’avversario, mettono in salvo i feriti, annusano e segnalano la presenza di ordigni, avvertono le truppe di imminenti attacchi di gas velenoso, odono i proiettili prima che le orecchie umane possano rilevarli, sono i primi a irrompere nei nascondigli dei ricercati mondiali aprendo la strada ai colleghi bipedi con i quali agiscono.

Questi coraggiosi animali, che negli ultimi decenni hanno lavorato egregiamente nei teatri di guerra come Iraq ed Afghanistan, sono capaci pure di paracadutarsi, uscendo rapidamente dagli aerei e raggiungendo il suolo senza scomporsi. Il legame che si instaura tra conduttori e cani soldato è molto forte. I primi spesso dormono in canile con i loro compagni al fine di guadagnare la loro fiducia e cementare complicità ed intesa. E se fino al 2000 i cagnoloni più anziani, andati ormai in pensione, ossia ritirati dal servizio dopo avere completato con successo le loro carriere, erano considerati “equipaggiamenti in eccesso” e perciò venivano uccisi mediante eutanasia, oggi vengono messi in adozione e ai loro gestori viene riconosciuta la priorità nel processo di adozione.

Tutti noi dovremmo essere grati alla bestiola moribonda a cui è riconosciuto il merito di avere messo in trappola Baghdadi, liberandocene per sempre. Troppo spesso sottovalutiamo il ruolo che gli animali svolgono nelle nostre esistenze, dando per scontati il loro supporto e la loro confortante presenza.

Tutelarli è un nostro dovere. Proprio come essi proteggono noi. Arrivando persino a morire.

Articolo pubblicato su Libero il 29 ottobre del 2019

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