Sono circa 483 mila le automobili che dal primo ottobre, a causa della estensione del divieto di circolazione anche alle vetture per trasporto persone benzina Euro 2 e a quelle diesel Euro 5, non possono circolare a Milano nelle zone dell’Area B. Tra queste centinaia di migliaia di macchine per trasporto persone divenute improvvisamente inutili per effetto delle decisioni della giunta milanese ci sono anche le vetture di proprietà di alcune migliaia di operatori della sicurezza, come carabinieri e agenti di polizia, le cui vite si sono complicate non poco dopo l’entrata in vigore di tali misure. Vani gli appelli delle associazioni di categoria rivolti al sindaco Beppe Sala, il quale, forse perché al suo secondo e ultimo mandato, dimostra una particolare indifferenza nei confronti di cittadini vessati già dal carovita e dal caro bollette, cittadini che dovrebbero ora munirsi di auto nuove di zecca per potere introdursi a Milano e lavorare. Eppure, è bene sottolinearlo, non si tratta mica di veicoli vecchi, bensì di mezzi anche di recente acquisto. Si può ostacolare il diritto al lavoro in nome di un ecologismo ideologico esasperato e addirittura irrazionale, almeno laddove esso non tiene conto dei bisogni e delle problematiche di centinaia di migliaia di cittadini, padri e madri di famiglia? Ovviamente la risposta non può che essere negativa. Anche perché, stando ai dati riferiti ai primi di gennaio, l’inquinamento su Milano sarebbe comunque alle stelle, nonostante le proibizioni poste in essere dal primo ottobre, che non hanno risolto la situazione. Quando non piove in maniera rilevante, la qualità dell’aria peggiora, a prescindere dalla circolazione o meno di certi veicoli che sono stati demonizzati, criminalizzati e messi al bando.
Sostituire questi 483 mila mezzi per trasporto persone che abitualmente circolavano all’interno dell’area milanese comporta una spesa mostruosa a carico delle famiglie, ovvero ammontante a miliardi di euro. Ecco perché non possiamo che concludere che alcuni provvedimenti, più che perseguire gli obiettivi dichiarati che li hanno ispirati, paiono azzannare le tasche dei cittadini a favore dell’arricchimento di determinati segmenti produttivi.