Poco più di un mese fa il coordinatore del comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, durante un’audizione in Commissione Cultura sulle modalità di ripresa delle attività didattiche nel prossimo anno scolastico, aveva spiegato a proposito del comitato di cui fa parte: “Noi siamo degli spettatori e non siamo l’oracolo di Delfi”. Miozzo aveva aggiunto: “Anche noi siamo rimasti sorpresi dal vedere le nostre indicazioni trasformate in decreti. A noi sono stati richiesti pareri, se poi sono stati tradotti in provvedimenti del governo, è una responsabilità del governo e non nostra”.

A dichiaralo – lo specifico ancora una volta – è stato un componente del comitato che ha prodotto gli atti che il premier Giuseppe Conte intende mantenere segreti: quelli emessi sono stati semplici pareri scientifici, nient’altro che opinioni, dato che neanche la scienza è univoca e lo abbiamo compreso con chiarezza in questi ultimi mesi. Quindi la domanda è inevitabile oltre che legittima: per quale ragione sono state secretate osservazioni di tipo scientifico?

Ma soprattutto ci domandiamo: perché questi pareri scientifici, lasciando a bocca aperta gli stessi scienziati, sono stati convertiti in fretta e furia in decreti, i quali peraltro hanno compresso le libertà fondamentali dei cittadini italiani? I nostri diritti sono stati soffocati, dunque, sulla base di opinioni di questo e quell’esperto a noi sconosciuti?

Ebbene sì, è accaduto. Ed è vergognoso che tali “pareri”, come li definisce Miozzo, vengano mantenuti nascosti, ossia che il premier si ostini a non volerli pubblicare, nonostante una sentenza del Tar Lazio certifichi che è inammissibile che permanga il segreto su documenti che hanno determinato l’adozione urgente di norme che hanno inciso tanto profondamente sulle esistenze degli abitanti della penisola.

Se le motivazioni su cui poggiano i decreti liberticidi erano valide, il premier non tema di diffondere le carte. Anzi, sarebbe suo interesse farlo, dando prova di limpidezza e trasparenza.

L’avvocato del popolo faccia ciò che gli chiede il popolo sovrano: la smetta di preservare il segreto e renda noti subito gli atti del comitato tecnico-scientifico.

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