Versando in una condizione di piena decadenza a causa della rinuncia alla propria identità e alle proprie radici, l’Occidente è sempre alle prese con la ricerca di un capro espiatorio, a cui attribuire la responsabilità di lacune, fallimenti, problematiche, disagi, criticità. In questo periodo, oltre ai fascisti, ai razzisti, agli omofobi, ai sessisti, ai governi di destra, incluso quello italiano, che soffocherebbe ogni libertà, il capro espiatorio perfetto sembra essere il presidente russo Vladimir Putin, il quale, mediante una guerra cosiddetta “ibrida”, per mezzo della propaganda, cercherebbe di screditare e rovinare tutto quello che avviene in Europa, incluse le Olimpiadi, che si stanno svolgendo a Parigi. Insomma, Putin sarebbe il guastafeste.
Chiunque critichi l’organizzazione dei Giochi viene accusato di essere stato pagato da Putin. Una maniera per silenziare i giudizi negativi e per oscurare verità scomode, inducendo chiunque dica il vero a guardarsi bene dal pronunciarlo per non essere tacciato di essere filoputiniano.
Anche la sottoscritta in questi giorni si è beccata tale incriminazione, poiché ho raccontato quello che sta succedendo a Parigi: atlete costrette a competere in condizioni di evidente svantaggio fisico, ovvero contro chi dispone di testosterone in eccesso e cromosomi maschili, atleti obbligati a dormire su scomodi letti in plastica e cartone e senza aria condizionata nonché a spostarsi dal Villaggio Olimpico alle sedi in cui si svolgono le gare su bus bollenti, pochi bagni a disposizione, atleti che competono nelle contaminate acque della Senna dichiarata “sicura” e “pulita”, salvo poi beccarsi batteri e finire in ospedale o uscire dal fiume vomitando a ripetizione. Per non parlare dello show di apertura, ritenuto offensivo anche dalla Santa Sede nei confronti dei cristiani di tutto il mondo. Tralasciamo il cibo che scarseggia nelle mense e le denunce pubbliche che sono arrivate dalle delegazioni e dagli atleti di tutte le Nazioni che partecipano alla manifestazione, che lamentano disagi su disagi.
Davvero crediamo che tutto questo sia falso o che sia opera di Putin? L’ideologismo ha preso il sopravvento persino sui valori dello sport nonché sull’esigenza di garantire agli atleti condizioni di benessere. E risiede in questo la crisi dell’Occidente, ovvero nell’ideologismo esasperato e fanatico, nell’ecologismo schizofrenico che impone la sostenibilità ambientale ad ogni costo ma soltanto a scapito di qualcuno, nella pretesa che siamo tutti uguali pure quando chi biologicamente è maschio non dovrebbe competere con chi è biologicamente femmina, al fine di salvaguardare proprio il principio di eguaglianza sostanziale e quello di equità.
La criminalizzazione di un soggetto esterno, a cui addossare ogni colpa, purtroppo, non risolve i problemi bensì li aggrava, ci indebolisce, ci deresponsabilizza.
Questi sono i sintomi di quella cultura del vittimismo che l’Occidente ha sposato e di cui parlo nel mio libro “Quando la vittima rompe il cazzo”, la quale non si fonda soltanto sulla ricerca delle vittime ma anche sulla ricerca di un colpevole perfetto: puntando il dito verso quest’ultimo possiamo distrarci da noi stessi e da quelli che sono i nostri errori, fallimenti, lacune.