Dopo i 50 milioni regalati dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla Tunisia in primavera, in piena emergenza sanitaria, ecco che doniamo al Paese africano altri 11 milioni affinché faccia ciò che dovrebbe fare in qualità di Stato sovrano che compone il sistema internazionale. E qual è questo dovere? Controllare le proprie frontiere evitando che migliaia di cittadini ogni mese, partendo dalle coste tunisine e alimentando la criminalità organizzata dedita al traffico di esseri umani, raggiungano illegalmente l’Italia.
La Tunisia percepisce il denaro pubblico italiano, eppure i risultati promessi non arrivano mai. Magari al principio si assiste a qualche provvedimento volto a contenere il fenomeno migratorio, subito dopo i flussi crescono e l’Italia è costretta di nuovo ad implorare aiuto e a pagare perché la Tunisia si tenga i suoi propri cittadini. Tutto ciò è incredibile ed inaccettabile, eppure Di Maio è fiero dell’esito della sua missione a Tunisi, dove oggi si è tenuto un incontro tra il capo del Viminale Luciana Lamorgese, Di Maio, i commissari europei per gli Affari Interni e per il Vicinato e Allargamento, il presidente della Repubblica tunisina Kais Said, il capo del governo designato e ministro dell’Interno Hichem Mechichi e il ministro degli Affari Esteri ad interim Selma Ennaifer.
Esiste un’unica efficace maniera di frenare gli sbarchi clandestini: adottare il pugno duro, essere inflessibile, chiudere i porti, come fece l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale tuttavia è stato mandato a processo per avere compiuto il suo dovere, ossia difendere i confini garantendo il rispetto delle regole e l’ordine pubblico. Se i giallorossi hanno attaccato il leader della Lega per avere rigettato i migranti illegali, come possono proporsi ora di agire efficacemente su questo fronte contrastando gli arrivi? Di fatto Pd e M5s hanno legittimato una condotta illegittima aprendo il varco agli invasori.
Le sfilate in Tunisia, che utilizza i migranti come merce di scambio per ottenere quattrini su quattrini, sono inutili. Continueremo ad accogliere e mantenere cittadini tunisini, mentre Tunisi, a cui questo stato di cose evidentemente conviene, incasserà i nostri milioni.