Dopo lo sbarco a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, di 26 bengalesi positivi al coronavirus, avvenuto sabato scorso, il senso di frustrazione dei calabresi è tracimato e domenica, ad Amantea, dove si trova una struttura attrezzata per la quarantena, i cittadini si sono riversati in piazza e alcuni si sono distesi sulla strada in segno di protesta, quasi a voler dire: “Se avete intenzione di portare qui i migranti infetti, dovrete passare sui nostri cadaveri”.

Non se ne staranno più in silenzio gli abitanti della Calabria e dichiarano guerra al governo, sostenuti pure dalla governatrice Jole Santelli, la quale ha invocato l’intervento immediato del premier. “Mi aspetto una risposta rapidissima e avverto che, in caso contrario, non esiterò ad esercitare i miei poteri di ordinanza per emergenza sanitaria, vietando gli sbarchi in Calabria. Voglio evitare un braccio di ferro con l’esecutivo, ma ho l’obbligo di difendere i calabresi e chi ha scelto di passare qui le vacanze”, ha fatto sapere Santelli.

Del resto i posti in terapia intensiva negli ospedali calabresi sono pochi e il sistema sanitario collasserebbe in tempi record qualora il Covid-19 dovesse espandersi come è avvenuto in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Negli ultimi cinque mesi i calabresi hanno vissuto nella paura che il virus cinese irrompesse dalle loro parti, in un’area già sofferente a causa di problematiche economiche e sociali mai risolte e di una crisi diventata permanente.

Hanno appena tirato un sospiro di sollievo, rassicurati dai numeri di morti e contagiati che a livello nazionale continuano a diminuire, eppure proprio adesso ecco che si profila una nuova agghiacciante minaccia: i migranti sbarcano a frotte, in modo incontrollato e massiccio, e i primi Paesi di provenienza sono proprio la Tunisia e il Bangladesh dove l’infezione dilaga. E il governo Conte resta muto e a braccia conserte, spettatore indifferente di questi quotidiani abusi.

Impossibile non sentirsi beffati e non provare un sentimento di rabbia crescente. Si inasprisce il clima, eppure l’esecutivo giallorosso se ne frega: non solo non ha fatto nulla per il Sud, ma neppure lo salvaguarda dal corona, che viene importato non da una regione all’altra, bensì direttamente dall’estero. In tal modo non se ne esce più.

Giornalisti e commentatori osservano che soltanto un irriducibile masochismo possa spingere i calabresi a votare in favore della Lega di Matteo Salvini, eppure questi è l’unico politico che, non appena ne ha avuto la possibilità, ha posto un deciso argine all’immigrazione clandestina che da lustri affligge l’Italia tutta e in primis il Sud, dove di fatto i clandestini approdano.

Sarebbe semmai masochistico non esprimere la propria preferenza nei confronti dell’ex ministro dell’Interno, quindi scegliere ancora una volta il M5s che ha tradito il popolo meridionale dopo averlo prima utilizzato quale serbatoio di voti e in seguito ignorato, proprio come fanno da sempre i partiti, o magari votare il Partito democratico, amico e difensore di immigrati illegali e Ong che strizzano l’occhio agli scafisti, agevolandone il business miliardario.

I meridionali che vogliono Salvini al governo non sono né masochisti né stupidi, bensì semplicemente stanchi di essere trattati quale fanalino di coda dell’Italia e dell’Europa, discarica a cielo aperto di esseri umani che gli altri membri dell’UE rifiutano, porto di destinazione di migliaia di immigrati potenzialmente infetti e quindi a loro volta veicolo di infezione. E ieri hanno urlato la loro disperazione sdraiandosi sull’asfalto infuocato nel cuore di Amantea.

Il governo punta alla proroga dello stato di emergenza fino alla fine del 2020, forse pure oltre, il ministro della Salute Roberto Speranza ha cinguettato che il contagio a livello mondiale non è mai stato tanto esteso e per questo “dobbiamo continuare a seguire la linea della prudenza e della gradualità”. Quale prudenza? Quale gradualità? I nostri confini sono un colabrodo.

Mentre i ministri ci mettono in guardia dal virus, invitandoci alla cautela assoluta, essi stessi spalancano le porte ogni dì a centinaia di extracomunitari che in potenza rappresentano – e spesso sono – una bomba sanitaria.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon