Di lui se ne sono sentite e scritte e dette di tutti i colori. Il generale Roberto Vannacci, neodeputato europeo in quota leghista, è stato tacciato di essere razzista, fascista, omofobo, sessista, nazista, pericoloso, vergognoso, impresentabile e anche “coglione”, termine quest’ultimo con il quale è stato definito dall’ex segretario del Partito democratico Pierluigi Bersani, il quale lo scorso primo settembre, nel corso della festa dell’Unità tenutasi a Ravenna, dal palco si scagliò contro il militare, commentando con dure parole il suo best-seller, “Il mondo al contrario”.

Bersani è stato adesso condannato dalla procura di Ravenna a pagare una multa per diffamazione aggravata in merito alle affermazioni pronunciate in quella occasione contro il generale. Il dem sembra intenzionato ad opporsi al decreto penale di condanna annullandolo e andando a processo, per sfidare direttamente Vannacci in un’aula di tribunale, convinto evidentemente di avere ragione nel dare pubblicamente del “coglione” all’europarlamentare.

Guarda caso, Vannacci viene accusato di essere una pessima persona affetta dal vizio di diffamare la gente, eppure ad essere condannato per diffamazione aggravata è proprio un lato rappresentante dei suoi detrattori.

Il generale era invece stato ritenuto non colpevole in relazione allo stesso reato, ossia quello di diffamazione aggravata, nell’ambito di una querela presentata dalla pallavolista Paola Egonu, di cui Vannacci aveva scritto che, pur essendo di nazionalità italiana, ella non possiede i tratti somatici tipici della maggioranza degli italiani. Una evidenza fin troppo chiara che non presenta alcun carattere insultante e lesivo nei confronti dell’atleta e della di lei reputazione ma che pure è stato reputato da molti, inclusa Egonu, una forma di calunnia, tanto da spingere la pallavolista ad agire legalmente contro il generale.

L’accusa tuttavia è stata archiviata su decisione del gip Alessandro Dal Torrione, il quale ha accolto la richiesta della procura di Lucca puntualizzando che le frasi incriminate non contengono alcuna offesa né esprimono alcun intento denigratorio nei riguardi della campionessa.

Insomma, Vannacci è considerato dalla sinistra colpevole dei peggiori crimini. La Giustizia, invece, lo proclama innocente e persino vittima dei reati di cui viene accusato.

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