In barba al principio della discontinuità, tanto declamato dai suoi fautori, non sono pochi i riciclati all’interno del Conte bis. Del resto, si tratta di un governo “green”, ossia ecologico: anziché buttare via eccelse menti che potrebbero essere utili al Paese, le riutilizza. Questo destino è toccato pure all’avellinese Carlo Sibilia, esperto internazionale di complotti e cospirazioni orditi dai potenti ai danni di noi miseri ed ignari cittadini. Egli infatti è stato riconfermato quale sottosegretario al ministero dell’Interno.

Noto più per i suoi strafalcioni che per le sue buone opere (non pervenute), Sibilia, amante della cucina vegana e della musica heavy metal, possiede una dote innegabile: la velocità, quella che ha dimostrato nel passare dagli attacchi quotidiani al Pd, che chiamava partito “democard” che pone “prima le banche”, a quelli alla Lega. Del resto, la rapidità ce la si aspetta da uno convinto che “Dio creò il mondo in tre giorni”.

Fino ad ieri Carlo era sottosegretario di un ministero dell’Interno che chiudeva i porti ed egli stesso sul web scriveva “mettiamo fine al business dell’immigrazione”, oggi è sottosegretario del medesimo dicastero che però adesso si propone di accogliere tutti, per poi ridistribuire i migranti in Europa, impegno quest’ultimo rimasto sempre sulla carta. Il 9 agosto scorso sui social network scriveva: “Secondo Salvini noi inciuciamo con il Pd. Allora è vero quello che dicono alcuni, non deve essere lucido”. La continuazione della storia già la conoscete, da lì a poco il birichino dio Eros scoccò i suoi dardi, così grillini e democratici si innamorarono e la loro unione fu benedetta da Giuseppi Conte, il premier che tutti ci invidiano all’estero.

Codesto sodalizio non scandalizza il trentatreenne, il quale nel 2012 propose di abbattere la monogamia in favore di una poligamia e di una poliandria alquanto strambe. Sibilia riteneva necessario “discutere una legge che dia la possibilità di contrarre matrimonio (o unioni civili) anche tra specie diverse, purché consensienti (sic!)”. Dunque per il sottosegretario è possibile prendere per marito un gorilla, o un albero, o un pesce rosso, o pure tutti e tre, purché dichiarino esplicitamente: “Sì, lo voglio”.

Il pentastellato è altresì il responsabile Scuola e Università del Movimento 5 Stelle, il che dà i brividi allorché ci si imbatte nei suoi copiosi errori sintattici. Il 15 agosto scorso ha digitato su Twitter: “Oggi vi propongo l’intervista rilasciata ieri. Date voi il titolo è (sic!) ditemi cosa ne pensate”. Nel settembre del 2016 su Facebook ci riservò altre perle: “Meno male che Renzi sia stato fischiato (sic!)”, e ancora “Dall’altra parte sono triste perché credo che se il Tg1 non abbia detto (sic!) neanche una parola su quanto accaduto vuol dire che siamo oltre il regime”. Insomma, tanto esperto di scuola Sibilia non sembra, è pure certo che le truppe garibaldine sbarcarono a Quarto e non a Marsala, in Sicilia. Forse vuole riscrivere la storia. A sghimbescio. Persino la sua preparazione politica lascia perplessi: nel 2013 sosteneva che “per governare” non ci fosse “bisogno della fiducia di nessuna delle due Camere”.

Carlo non prova nessuna vergogna nello stare al governo con i ministri del Pd che nel 2016 paragonò a criminali affermando a Montecitorio: “Non c’è nessuna differenza tra i camorristi e questi governanti”. Frase che suscitò la reazione del tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, il quale dichiarò che il suo partito avrebbe sporto querela nei confronti di Sibilia. I deputati democratici erano, invece, “appestati”. Con Debora Serracchiani Carletto fu più moderato, disse soltanto che “ha la faccia come il culo”. Commentando il decreto Lorenzin, Sibilia paragonò l’obbligo vaccinale al Tso (trattamento sanitario obbligatorio), aggiungendo: “La politica dell’incompetenza ha preso il posto della scienza”. Di scienza, invece, il sottosegretario ne mastica alquanto. Fu proprio lui nel luglio del 2014 a rivelarci un’inquietante verità, sfatando una convinzione rimasta in piedi per 45 anni: in realtà, l’uomo sulla Luna non è mai arrivato. Secondo il campano, “era tutta una farsa” e “ancora nessuno se la sente di dirlo”.

Il motto di Sibilia è: “Non permettere a tv senza spettatori, a giornali senza lettori e a banche senza soldi di condizionare il tuo modo di pensare”. Egli ce l’ha a morte con la stampa e ricorda ai seguaci del movimento che “l’unico antidoto all’informazione malata è condividere le informazioni lanciate dalle pagine del M5s”. Come questa diffusa da Carlo stesso: “Esiste una crisi idrica quando c’è scarsità d’acqua. Esiste una crisi geologica quando c’è scarsità di suolo. Esiste una crisi d’aria quando è troppo inquinata. Non può esistere una crisi monetaria perché manca la moneta. Infatti acqua, terra e aria sono risorse naturali e pertanto sono finite. La moneta è un’unità di misura e può essere creata in qualsiasi momento. Dire che esiste una crisi monetaria è come dire che non c’è la lunghezza perché mancano i metri. Non facciamoci fregare!”. Il ragionamento non fa una piega. È ufficiale: Carlo Sibilia deve essere candidato al premio Nobel per l’economia.

Bizzarro piazzare al ministero dell’Interno uno che nel 2014, a proposito dell’attentato realizzato all’esterno del parlamento canadese, vergò: “I Paesi europei sono in forte difficoltà. I politici spesso prendono a modello i governi del Nord, Norvegia, Usa e Canada. Eppure dov’è che hanno iniziato a sparare ai politici? Proprio in Canada. Opera di un pazzo o di qualcuno che ha ritrovato la ragione?”. Insomma, ammazzare parlamentari sarebbe il gesto di un uomo ragionevole che finalmente ha deciso di fare un po’ di pulizia. A volte Carletto appare un pochino esagerato, come quando definì il “Restitution day” del 2013, ossia il giorno della restituzione di alcune mensilità della diaria da parte di deputati e senatori gialli, “l’evento politico più rivoluzionario dagli omicidi di Falcone e Borsellino”.

Ci rassicura sapere che Sibilia sia rimasto al suo posto. Al Viminale.

ARTICOLO PUBBLICATO SU LIBERO IL 15 SETTEMBRE DEL 2019

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