Un uomo sulla Luna non suscita tanto scalpore quanto un politico sotto il sole, se quest’ultimo è il leader della Lega Matteo Salvini. Dopo essere stato criticato aspramente per alcune delle sue abitudini da normale essere umano, come mangiare il pane con la Nutella a colazione, addentare pani imbottiti all’ora di pranzo e preparare mega piatti di pasta asciutta la sera rincasando da una pesante giornata di lavoro, adesso il ministro dell’Interno è finito nel tritacarne mediatico perché reo di avere indossato nientepopodimeno che il costume da bagno in spiaggia con l’aggravante di essersi recato nella discoteca del lido dove i villeggianti hanno intonato l’inno di Mameli.

La sinistra ha gridato allo scandalo, indignata dall’esposizione indecente di carne nuda da parte di un rappresentante delle istituzioni, il quale, secondo i progressisti, non dovrebbe andare al mare né spogliarsi di giacca e cravatta, bensì stare tappato nel suo ufficio persino nelle afose domeniche di agosto abbottonato fino al collo al fine di dare una parvenza di serietà. Il nostro inno nazionale sarebbe stato dissacrato dal ministro poiché suonato dentro un luogo di perdizione e volgare quale sarebbe la discoteca, tra ragazze in bikini e giovanotti in infradito. Come se non bastasse, qualcuno dei presenti al party sulla sabbia ha cantato “Faccetta nera” ed i radical-chic della penisola non ci hanno visto più. La canzone, scritta nel 1935 da Renato Micheli e musicata da Mario Ruccione, condannava la schiavitù ancora vigente in Etiopia e celebrava l’unione del popolo abissino con quello italiano, che si proponeva di liberare il primo dal giogo dello schiavismo.

Per il partito democratico, tutto ciò è intollerabile e Salvini ancora una volta è stato descritto come un ominicchio rozzo, un politico impresentabile, uno sporco fascista dai comportamenti imbarazzanti. Qualcuno ha persino commentato il fisico di Matteo, giudicandolo troppo in sovrappeso per scoprirsi con tanta disinvoltura. Roba che tutti gli italiani che non hanno superato la prova costume dovrebbero quantomeno incazzarsi rivendicando il diritto a non essere perfetti! Insomma, su giornali e canali televisivi non si è fatto altro che parlare della pancetta del vicepremier e del suo outfit come se si trattasse di una questione di Stato.

Il centrosinistra mira a scardinare il potere di Salvini facendo leva sulle sue mutande, invece di proporsi quale alternativa valida e prestare attenzione ai problemi reali dei cittadini, inclusi quei milioni di abitanti del Belpaese che in piena estate frequentano spiagge e locali della movida. Eppure tanti politici, tra cui i membri del Pd, gli stessi che adesso si scandalizzano davanti alle immagini di Salvini sul bagnasciuga, allorché erano a capo di importanti dicasteri si concedevano le vacanze sui litorali, facevano il bagno a mare, si infilavano striminziti costumini, senza sollevare lo sdegno generale. È storica la fotografia di Giorgio Napolitano ed Enrico Berlinguer in ammollo nelle acque dell’Isola d’Elba, ovviamente a torso nudo. Correva l’anno 1978.

Persino Sergio Mattarella nel mese di agosto raggiunge la Sardegna, come i suoi predecessori Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi, il quale amava fare il bagno con la moglie, e Giorgio Napolitano, che tuttora non considera immorale tuffarsi nelle acque stromboliane in boxer. E ci mancherebbe! Il ministro dell’Istruzione del governo Renzi, Stefania Giannini, era stata immortalata addirittura con le tette al vento mentre se ne stava abbandonata sulla sua sdraio. Negli anni Ottanta il “cinghialone” Bettino Craxi sfoggiava il suo fisico bestiale sulle spiagge tunisine. Aldo Moro negli anni Settanta arrivava su quella di Terracina in ciabatte e pantaloncini, portandosi dietro ombrellone e sdraio, proprio come Walter Veltroni, il quale preferiva Sabaudia. Nel 1998 non hanno turbato nessuno le foto del Mortadella, ossia Romano Prodi, in ferie a Gallipoli con culottes e ciccia in evidenza.

Umberto Bossi negli anni Novanta esibiva un costumino striminzito. L’allora leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, invece, vestiva braghe mimetiche, e nient’altro. A Capalbio nello stesso periodo storico era facile ammirare l’asciutto e pallido Piero Fassino passeggiare lungo la riva con addosso un microscopico slip. Meglio una pancia prominente che l’asciugamano posto ad altezza ascellare con il quale Pierferdinando Casini è solito cingere il suo girovita. I democratici che oggi si mostrano schifati davanti a Salvini a petto nudo, non hanno fatto una piega di fronte all’allora primo ministro Matteo Renzi, paparazzato più volte nelle medesime condizioni. E dopo di lui fu il turno di Paolo Gentiloni. Del resto, chi mai potrebbe pretendere che i politici se ne stiano sotto l’ombrellone o in piscina con la giacca? O che essi non vedano mai la luce del sole, che bacia i belli sì, ma anche i brutti?

Assurdo ma vero: il leader più discusso per il suo look estivo non è il capo del Carroccio, bensì proprio il più castigato, colui che non mostra neanche un centimetro di pelle, ossia Silvio Berlusconi, il quale durante il soggiorno a Porto Cervo indossa bandana, camicia e pantalone. Il tutto rigorosamente bianco.

Del resto, la classe non è acqua.

Forse ministri e deputati andrebbero valutati per il loro operato e non per forma fisica e gusto nell’abbigliarsi. Meglio un capo di Stato o di governo in mutande che non uno che in mutande ci lascia.

Articolo pubblicato su Libero il 6 agosto 2019

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