di Fabrizio Maria Barbuto
Che i suini siano tra gli animali più simili all’uomo è noto, la scienza è infatti riuscita a dimostrare come il loro genoma abbia molte analogie col nostro, ma essi non ci somigliano soltanto in questo. Proprio come l’essere umano, anche il maiale ama spiaggiarsi sulle assolate distese di sabbia e bearsi dell’acqua di mare con lunghi e rigeneranti bagni. Non ci credete? Allora fate un salto a “Pig Island” (Isola dei Maiali), un’isola situata a Exuma, nelle Bahamas.
La bellezza di questo atollo è rara, ma ad arricchire la sua cornice di spiagge bianche e acque cristalline sono soprattutto gli inusitati abitanti: i suini, i quali hanno colonizzato il posto attirando, ogni anno, centinaia di turisti che giungono a frotte per sguazzare in compagnia delle bestiole. I grugnenti isolani non appaiono affatto infastiditi dalle visite, poiché il loro sostentamento è garantito proprio dai numerosi vacanzieri che porgono succulente leccornìe per accattivarsi la simpatia degli ospitanti.
All’hashtag “#PigIsland”, su Instagram, corrispondono oltre 31mila contenuti fotografici di gente che, alla vista degli allegri maialini, si scorda di essere in un luogo dalla superlativa bellezza paesaggistica e rivolge tutta l’attenzione alle bestiole. Gli scatti sono a dir poco assortiti: c’è che prende il sole in compagnia dei mammiferi e chi si immerge in acqua volgendo teneramente lo sguardo ad essi, mentre gli vanno dietro. Non mancano neppure gli avventori che coccolano i cuccioli tenendoli in braccio o che condividono con essi il companatico.
Remoti da una civiltà che li concepisce quali bestie da macello, i suini di Pig Island si avvalgono di un diritto che viene sovente negato alla loro specie: la felicità. Ma come hanno fatto a giungere sul posto e impadronirsene?
Vi sono diverse leggende in proposito, secondo una di esse, sarebbero stati portati sull’atollo da un gruppo di marinai a fini di sostentamento; gli uomini avrebbero lasciato il bestiame sull’isola con l’intenzione di tornare a consumarlo in un secondo momento, tuttavia non sarebbero più riusciti a trovare la rotta, dando ai maiali la possibilità di crescere e riprodursi. C’è poi chi sostiene che gli animali siano gli unici sopravvissuti di un naufragio e che, una volta in acqua, avrebbero nuotato fino alla riva adattandosi alla vita da isolani. I meno idealisti in Pig Island vedono, invece, una strategia studiata a tavolino per attirare turisti e arrotondare l’economia.
Qualsiasi sia la verità, ci si scorda di pensarci nel contemplare la magia del posto, e a confermarlo sono i tanti clienti che riportano soltanto testimonianze entusiastiche dalla visita all’atollo. Vi è però chi si dissocia dal compiacimento generale. Secondo Michelle Cehn, fondatrice di World Of Vegan, i suini dell’isola sarebbero denutriti e soffrirebbero per via dell’eccessiva esposizione ai raggi del sole. La permanenza delle bestiole a Pig Island, stando all’attivista, sarebbe una barbarie perpetrata a fini sensazionalistici.
“L’isola dei maiali” non è l’unico luogo di mare in cui animali e natura creano un connubio tanto suggestivo: in Sardegna c’è una spiaggia denominata “Su Pallosu”, meglio nota quale “Spiaggia dei Gatti”. Essa è sita nella provincia di Oristano e ad aggirarsi tra la sua sabbia ed i suoi scogli sono circa 50 esemplari di gatto che, con la loro indefessa voglia di respirare aria salmastra, smentiscono il luogo comune in base al quale gatti ed acqua non vanno d’accordo.
Fabrizio Maria Barbuto