Di teorie – come dire – originali ne avevamo udite pronunciare nelle aule parlamentari e quella illustrata dal senatore leghista Roberto Calderoli giovedì non è meno stravagante, ad esempio, di quella enunciata dal grillino Carlo Sibilia nel 2012 in base alla quale la monogamia, essendo ormai roba sorpassata, avrebbe dovuto essere abbattuta favorendo peraltro la discussione riguardo “una legge che dia la possibilità di contrarre matrimonio anche tra specie diverse, purché consensienti (sic!)”.
Secondo Calderoli, il quale si definisce “umile e modesto conoscitore della materia elettorale”, invece, “in collegi piccoli la doppia preferenza di genere (adottata per decreto in Puglia) danneggia il sesso femminile, in quanto il maschio è normalmente più infedele della donna. Così si accoppia con 4-5 rappresentanti del gentil sesso con il risultato che si porta dietro i voti di 4-5 signore a differenza della femmina”, la quale, non essendo caratterizzata da indole fedifraga, non può contare sui voti dei numerosi amanti.
Il discorso del senatore non sta in piedi. Lo abbiamo ascoltato più e più volte ma non riusciamo proprio ad individuare il filo logico. Ecco perché Calderoli può essere tacciato di avere affermato una boiata pazzesca, tuttavia non può essere accusato di maschilismo in quanto egli ha attribuito la connotazione negativa di infedele al maschio e non alla femmina, descritta semmai quale persona leale, incapace di tradire il partner, di collezionare amanti e di chiedere in cambio di notti bollenti preferenze alle urne. È l’uomo ad essere dipinto quale ingannatore, traditore, mentitore seriale, dedito ad una nuova forma di voto di scambio: io ti do l’uccello e tu mi dai il voto.
Tuttavia, le neo-femministe hanno colto la palla al balzo per piagnucolare, fare del consueto vittimismo e puntare il dito contro l’esponente della Lega bruto e sessista. La senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini ha dichiarato: “Le parole farneticanti del senatore Calderoli sono di una gravità assoluta e meritano una censura adeguata. È inaccettabile che nell’aula del Senato si sentano argomentare teorie secondo le quali le donne non sarebbero, secondo il collega, capaci addirittura di discernere. Questo si chiama sessismo. Calderoli chieda scusa a tutte le donne, non solo a parole, ma con i fatti, magari donando parte del suo stipendio ad associazioni che si occupano di tutelare e salvaguardare le donne vittime di violenza”. Eppure Calderoli non si è mai reso autore delle frasi che vorrebbe attribuirgli Sbrollini: le donne sono idiote.
Se qualcuno qui deve lagnarsi è il sesso cosiddetto forte. Sono i signori a dovere essere risentiti nei confronti di chi pubblicamente ne mette in luce turpi vizi, facendo di tutta l’erba un fascio e corroborando il pregiudizio che i maschi siano porci e senza scrupoli, mentre le donne esseri virtuosi e puri.
È incredibile che ancora oggi resista lo stereotipo medievale della donna angelo: non in grado di cedere ai più bassi istinti. Tuttavia, studi e statistiche acclarano un dato di fatto: l’infedeltà non è appannaggio di lui, non dipende da cosa si nasconde nelle mutande, bensì essa è peculiarità dell’essere umano in generale. Le fanciulle cornificano al pari dei giovanotti. Le mogli telefonano all’altro non appena i mariti si chiudono l’uscio di casa alle spalle, proprio come questi ultimi invece di andare a giocare a calcetto spesso e volentieri corrono dall’amante. E gli uomini con l’anello al dito si dilettano con donne altrettanto impegnate, le quali non rigettano l’infedeltà. Non sono i maschi a fare schifo. Né le femmine. È l’umanità ad essere varia e avariata. E il tradimento è rintracciabile in qualsiasi società, sia arcaica che moderna, sia patriarcale che matriarcale.
Quindi le imputazioni a carico di Calderoli sono pretestuose e sciocche non meno delle argomentazioni del senatore stesso.
Ultimo appunto: non abbiamo compreso se la signora che elargisce il suo voto all’amante, a giudizio di Calderoli, lo faccia sulla base della performance del presunto stallone. Insomma, perché una tizia dovrebbe esprimere una preferenza in favore di un candidato soltanto perché ha intrattenuto un’avventura con lo stesso che per di più intanto flirtava con altre 4? Forse prima del match viene richiesta la firma di un accordo che impegna una parte ad avvantaggiare l’altra in cabina elettorale una volta abbandonata la camera da letto? Se codesto principio fosse valido, al posto della campagna elettorale andrebbe istituita la maratona sessuale ed i cinquestelle, al fine di riuscire a recuperare quei milioni di voti che hanno perduto, dovrebbero darsi un gran bel da fare, notte e giorno. Ne uscirebbero spompati e comunque perdenti!
Certo è che politica e sesso hanno tanto in comune: in entrambi gli ambiti a volte si fotte e altre volte si resta fottuti.