Sempre più vicino è il referendum costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari. Mancano oramai meno di 10 giorni e urge compiere delle riflessioni, che desidero condividere con voi. In questi mesi abbiamo assistito al sorgere di task-force come fossero funghi, all’interno delle quali il governo, ossia il premier Giuseppe Conte, ha piazzato centinaia, e dico centinaia, di esperti e super esperti – così sono definiti dall’esecutivo -, i quali non sono mai stati eletti, mai si sono presentati ai cittadini, eppure le cui opinioni e scelte hanno pesanti ricadute sulle nostre esistenze inermi. Questo è o non è un grave problema in una democrazia? Questa è o non è una stortura del sistema determinata da una classe politica decadente e scadente?

Ignoriamo i curriculum di questi illustri sconosciuti, i loro meriti e titoli, ci sfugge altresì sulla base di quali criteri tali esperti siano stati reclutati. Non ci è dato sapere un bel niente.

I membri delle task-force svolgono una doppia funzione: il governo può trincerarsi dietro il loro parere nel momento in cui prende decisioni scomode, o impopolari, o di comodo, potendo sempre, all’occorrenza, scaricare la responsabilità di certi errori sulle commissioni degli illuminati, come di fatto è avvenuto di frequente, fin dai primi giorni dell’epidemia; inoltre, essi, ossia gli esperti, servono per supplire alle abissali lacune e incompetenze che manifestano soprattutto i cinquestelle, i quali destano un forte imbarazzo.

Bene, veniamo al dunque. Proprio coloro che hanno prodotto questo esubero di task-force su ogni genere di materia (già a metà aprile avevamo circa 15 commissioni per un totale di circa 500 specialisti di tutto lo scibile umano, persino di bufale), ora sponsorizzano con accanimento il taglio di 345 seggi all’interno di Camera e Senato, istituzioni in cui è rappresentato il popolo detentore della sovranità, il quale elegge deputati e senatori.

Allora non si dica, come stanno facendo Luigi Di Maio e i suoi, che è necessario snellire il processo legislativo al fine di rendere più efficiente il sistema intero e mettere al centro il cittadino. Frottole. Corbellerie. Cazzate. Per snellire il processo legislativo occorre semplificare le procedure, non tagliare i rappresentanti del popolo sovrano. Il Parlamento non è una signorina che si taglia i capelli per cambiare look e risultare più affascinante.

La riduzione dei parlamentari non pone affatto al centro il cittadino, bensì lo relega in un angolo, e in un angolo egli è stato confinato negli ultimi mesi, con le Camere chiuse e non operative per settimane, quando Conte decretava a ogni piè sospinto, eludendo il confronto con l’opposizione.

Sfrondiamo la quota di esperti e sedicenti tali, che toccherà oramai il migliaio di persone. E manteniamo quella dei nostri delegati, cercando di puntare, la prossima volta, pure sulla qualità, non votando mai più a favore di chi si è rivelato non all’altezza del proprio ruolo.

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