È da un bel pezzo che non fa più ridere, ma stavolta è riuscito addirittura a fare piangere. O quasi. Il comico Beppe Grillo, allergico alle penne che non fanno parte della scuderia dei suoi fedeli amici, lunedì pomeriggio, in uno stabilimento balneare di Marina di Bibbona, in provincia di Livorno, ha prima cercato di strappare un cellulare dalle mani del suo legittimo proprietario, il giornalista Francesco Selvi, il quale gli poneva qualche domanda, supponiamo – senza malizia – scomoda, arrivando poi a spingere il cronista con tale rabbia da farlo ruzzolare giù per le scale.

A rendere noto il penoso accadimento è stato Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana (Ast), d’intesa con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi).

Il collaboratore della trasmissione “Dritto e Rovescio” di Rete4, condotta da Paolo Del Debbio, ha denunciato l’aggressione subita dal fondatore del M5s. “Selvi stava facendo esclusivamente il suo lavoro. Gli organismi dirigenti dell’Ast si stringono solidali e indignati al collega. Non è tollerabile che un personaggio impegnato in maniera diretta o indiretta in politica, quindi un uomo pubblico a tutti gli effetti, reagisca in maniera violenta davanti ad un giornalista che sta soltanto esercitando la sua professione”, ha scritto Bennucci in una nota.

I sanitari dell’ospedale di Cecina hanno diagnosticato al giornalista un trauma distorsivo a un ginocchio, guaribile in 5 giorni. Insomma, avrebbe potuto finire peggio, tuttavia l’episodio di violenza, di cui si è reso autore Grillo, è grave nonché sintomatico di uno scarso, se non del tutto assente, rispetto nei confronti degli operatori della informazione. Il che è preoccupante in un regime democratico che riconosce come fondamentali i valori della libertà di espressione e di stampa.

Il comportamento di Grillo palesa insofferenza e nervosismo, uno stato d’animo di tensione comprensibile alla luce dei prossimi appuntamenti elettorali del 20 e 21 settembre, allorché gli italiani dovranno esprimersi sul referendum promosso dai cinquestelle per la riduzione dei parlamentari e in alcune regioni si voterà per l’elezione del presidente della Giunta regionale e per il rinnovo del Consiglio. I sondaggi danno il centro-destra in netto vantaggio in Veneto, Liguria e Marche. E in Puglia, dove il Movimento corre non al fianco del socio Pd, la candidata grillina Antonella Laricchia è considerata già sconfitta in partenza.

Dunque, si prevede un flop clamoroso. Dopo le votazioni del 4 marzo 2018 i pentastellati hanno collezionato capitomboli e figuracce. Ma non è prendendo a calci i giornalisti che ci si risolvono gigantesche problematiche interne o si riacquista una credibilità ormai disintegrata agli occhi del popolo.

L’atteggiamento tenuto ieri dal profeta del M5s nei confronti di Selvi rivela altresì un aspetto inquietante del suo carattere, quel senso di superiorità, che tracima in disprezzo verso chiunque, di cui Grillo è ripieno come un tacchino. Il comico è convinto di essere l’Elevato e che gli altri non siano che “massa che a malapena vive”, in una parola “merdacce”.

Sarà dolorosa la caduta. Non dalle scale. Bensì dai castelli di sabbia.

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