Del professore Pier Lugi Lopalco è difficile comprendere se il curriculum non sia all’altezza del personaggio o quest’ultimo non sia all’altezza del curriculum. Certo, i titoli non mancano. Pier Luigi Lopalco, dai primi di marzo scorso responsabile della task force regionale pugliese per il contrasto al Covid-19 e definito dal governatore pugliese Michele Emiliano che lo ha scelto “eccellenza che torna a lavorare nella sua regione” (è di origine salentina), dispone di un lungo elenco di titoli: docente di Igiene e Medicina della prevenzione presso l’Università di Pisa, si è laureato a Bari, tra il 2005 e il 2015 ha lavorato a Stoccolma, nel Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, dove è stato a capo del programma per le malattie prevedibili da vaccino. Ha pubblicato oltre 170 articoli su riviste scientifiche accreditate sia nazionali che internazionali.

Da un uomo di scienza, quale egli è, non ci aspetteremmo determinate uscite di cui non si farebbe autrice neppure la sempre tirata in ballo e ingiustamente beffeggiata casalinga di Voghera. Ad esempio, a fine luglio, l’epidemiologo su Facebook aveva definito i virus “individui esigenti” i quali “preferiscono viaggiare in prima classe e non sui barconi”. Quindi Lopalco escludeva che l’immigrazione clandestina di massa proveniente proprio dai Paesi in cui la circolazione del corona era ed è fuori controllo, come Tunisia e Bangladesh, costituisse un rischio per un Paese come l’Italia che era appena venuto fuori dal lockdown.

Insomma, i migranti non sono contagiosi, i ragazzi che si assembrano, fanno l’aperitivo, ballano, invece sì. Lopalco, candidato con Emiliano alle prossime elezioni regionali in Puglia, ha sposato in tutte e per tutto lo posizioni del Pd e cerca in ogni maniera di piegarle alla scienza, o forse è il contrario: piega la duttile scienza alle posizioni dei cosiddetti democratici. Che il docente si sia lievemente politicizzato è ormai evidente. Lo dimostrano le sue ripetute esternazioni, volte a screditare gli avversari politici.

Amiamo Lopalco quando come una cartomante legge il futuro, un futuro sempre più torbido e inquietante. E agli italiani non resta che impegnarsi in volgari gesti apotropaici. A fine maggio aveva previsto che a metà giugno avremmo raccolto gli amari frutti di una movida che risultava “selvaggia” e che i giovani, irresponsabili ed egoisti, avrebbero infettato genitori e nonni. Eppure l’impennata dei casi non ci fu. In questi giorni il candidato dem, il quale ha specificato di esseri gettato nell’agone politico in quanto “c’è bisogno di competenza” ed egli si sacrifica per il bene collettivo nel dedicarsi alla cosa pubblica trattandosi di un lavoro che lo annoia terribilmente, si è spinto oltre, vaticinando che “in autunno supereremo i contagi di marzo-aprile”.

Pier Luigi, peraltro, non afferma il vero allorché dichiara: “I casi di positivi al coronavirus aumentano di giorno in giorno”. In realtà, la quota dei nuovi infetti lievita quando lievita la quantità dei tamponi effettuati, e la percentuale di contagiati sul numero di test eseguiti non tocca mai il 2%, mantenendosi sempre molto al di sotto di codesta soglia. Quindi non vi è nessuna crescita esponenziale di positivi.

A marzo Lopalco proclamava: “Sui numeri che non sarebbero attendibili si può discutere, ma nel momento in cui i numeri dovessero essere bugiardi, sicuramente non lo saranno i ricoveri in ospedale”. L’epidemiologo quindi attribuiva al dato sui ricoveri la massima rilevanza: è quello a comunicarci se il virus è temibile o meno, se siamo in piena epidemia oppure no.

Oggi lo scienziato deve avere cambiato opinione, visto che di recente ha puntualizzato che, nonostante a suo giudizio i contagi siano in preoccupante aumento, non abbiamo e non avremo più avanti gli ospedali pieni poiché “i casi che vediamo oggi sono per lo più asintomatici o lievi”. Insomma, stando alle parole di Lopalco, dovremmo esserci lasciati la pestilenza alle spalle. Invece no. Egli ribadisce: “Questo è il momento di massima allerta”.

Sotto la spinta della paura nei confronti del corona, i democratici si illudono di poter vincere le elezioni. Chissà perché Lopalco che fa previsioni nere non prevede per se stesso e la sua compagine la catastrofe elettorale!

Il nostro genio incompreso ne ha sparata adesso un’altra delle sue. Insiste nel sostenere che ci sia “una ripresa del covid-19” e ne attribuisce la colpa a “una propaganda scriteriata di alcune forze politiche del Nord che doveva dire (la propaganda) che il virus non esiste e che quindi potevamo tornare a curarci nelle cliniche del Nord perché sono sicure”. E ancora: la fine della pandemia “è una bugia che hanno provato a venderci nelle televisioni dicendo che il virus fosse clinicamente morto o si era indebolito: avevano bisogno di far ripartire un mercato che è importantissimo, il mercato della sanità. Per alcune regioni del Nord la sanità è un mercato. La Lombardia è una macchina da prestazione, ti curo e te ne vai velocemente perché… avanti un altro”.

Il ragionamento è molto contorto, proviamo a semplificarlo. In pratica, il professore, il quale ha egli stesso ammesso che i positivi sono oggi asintomatici o malati “lievi”, ritiene che la Lega e tutto il centro-destra, colpevoli – non si sa come – della diffusione del corona, stiano facendo credere alla popolazione che il virus sia una frottola così i cittadini corrono a curarsi negli ospedali lombardi. Dove l’affluenza di pazienti (tra cui il portavoce del premier giallorosso Rocco Casalino) da ogni parte di Italia peraltro non si è mai arrestata, ma Lopalco ignora pure questo.

libro ali di burro

Il primo libro di Azzurra Barbuto
A 10 anni dalla prima edizione, la seconda è ora disponibile su Amazon in tutte le versioni

Acquistalo su Amazon