Non stupisce che siano proprio i cinquestelle i promotori della riforma che ridimensiona le Camere, ossia il potere legislativo, mediante un taglio di 345 tra deputati e senatori. Fu infatti dal principio uno degli obiettivi fondamentali del M5s la instaurazione della democrazia diretta, reputata da Grillo e Casaleggio più efficiente, in sostituzione di quella rappresentativa, ossia parlamentare. Lo studio della democrazia diretta è stato introdotto pure nei programmi scolastici di educazione civica proprio da quest’anno.

La riduzione dei parlamentari, ossia la riforma costituzionale sulla quale siamo chiamati ad esprimerci domani con un Sì o con un No, è il primo passo verso la realizzazione dell’eversivo progetto grillino.

Del resto, sia il comico Beppe Grillo che l’informatico Davide Casaleggio hanno sempre espresso sentimenti negativi nei confronti del potere legislativo, cioè del Parlamento. Nel 2013 Grillo dichiarava e scriveva sul suo blog che “il Parlamento potrebbe chiudere domani, nessuno se ne accorgerebbe. Esso è un simulacro, un monumento ai caduti, la tomba maleodorante della Seconda Repubblica. O lo seppelliamo o lo rifondiamo”. Attacco duro alla democrazia, di cui le Camere sono il cuore pulsante, poiché in esse sono rappresentati i cittadini, ovvero il popolo sovrano.

Nel luglio 2018, invece, in un’intervista al quotidiano La Verità, Casaleggio prevedeva: Tra qualche lustro faremo a meno pure del Parlamento”. Secondo il sovrano dei cinquestelle, “oggi grazie alla rete e alle tecnologie esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile”.

Davide non ha mai nascosto di puntare all’azzeramento del parlamento, che resterebbe, come ha spiegato egli stesso, “per garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti”. Dunque, con un mero scopo di vigilanza. “E tra qualche lustro è possibile che non sarà necessario nemmeno in questa forma”, ha aggiunto il presidente dell’Associazione Rousseau, da cui dipende la piattaforma omonima su cui avvengono le votazioni degli iscritti, alta forma di democrazia, a giudizio dei penstastellati.

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