Già a fine marzo era stata prevista per il settore del lusso e della moda una perdita tra i 60 ed i 70 miliardi nel 2020 (report Brain & Company), a causa della pandemia e delle misure restrittive adottate dai governi di tutto il mondo per contenerla. Ad incidere sulla contrazione del mercato del lusso la chiusura dei negozi ma anche la riduzione di ordini dal canale della distribuzione indiretta. Del resto, scemando le occasioni fuori casa calano pure gli acquisti di abiti e calzature e non solo questi.

I segnali della crisi stanno davanti ai nostri occhi. Nel pieno centro di Milano, via Monte Napoleone, che ogni weekend – almeno prima della pestilenza – era gremita di cittadini e soprattutto di turisti alle prese con lo shopping sfrenato, oggi risulta quasi vuota. La maggior parte dei negozi sono deserti.

Qualche famigliola passeggia, qualcuno guarda le vetrine ma non si azzarda ad entrare in negozio, nonostante i saldi siano già disponibili, un signore legge il giornale davanti al bar. Sembra di stare in una piccola cittadina di provincia e non nel cuore del quadrilatero del fashion.

E nell’aria pure poca speranza di risollevarsi.

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