Il coronavirus non fa più paura. Almeno non a chi lo ha conosciuto faccia a faccia e lo frequenta, se così si può dire, ogni dì. Come il direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, l’infettivologo Matteo Bassetti, il quale ieri, sentito da Adnkronos, ha spiegato che nel 99,6% dei casi si guarisce, ovvero che solamente lo 0,4 dei positivi muore. È vero che l’età dei contagiati si è abbassata di recente, tuttavia la stragrande maggioranza degli infetti è asintomatica e non ha bisogno di ricevere cure, su 40 mila casi soltanto il 5% non può fare a meno di assistenza medica.

Quindi, il 95% dei positivi se non scoppia di salute poco ci manca. Situazione ben diversa dal picco della scorsa primavera, quando il 25-30% dei positivi finiva in terapia intensiva e vi restava a lungo e spesso crepava. Per quanto riguarda la popolazione canuta, Bassetti, il quale nelle ultime settimane ha ricoverato soltanto ultra 80enni e tutti non in condizioni critiche come quelle che si presentavano a marzo-aprile, ha ammesso che stiamo “tornando a vedere nei reparti pazienti”, però non si è abbassata insieme all’età dei contagiati pure quella dei ricoverati, che rimangono sempre vecchi. Infatti, “si tratta di anziani colpiti da Sars-Cov-2”, individui soprattutto “fragili, soggetti con diabete, cardiopatie, problemi respiratori”. Tuttavia, “oggi la malattia ha una mortalità decisamente più bassa, 0,4-o,6%”. Non ammazza facilmente neppure coloro che sono più in là con l’età.

Insomma, persino le persone più esposte al rischio di complicanze vengono fuori dal morbo, come è avvenuto al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, 84 anni e diverse patologie pregresse.

“Non mi capitano decessi da molto tempo”, sottolinea l’infettivologo, mentre prima per portare via i defunti erano necessari i carri dell’esercito. Cosa significa tutto questo? Non ha dubbi Bassetti: “La letalità del virus si è ridotta”. Del resto, siamo davanti ad evidenze inconfutabili. Sebbene altri scienziati vogliano convincerci del contrario, il corona si è indebolito, prova ne è appunto che soltanto il 95% dei contagiati richiede cure nonché che solamente lo 0,4% non supera la malattia.

Già a fine maggio Bassetti aveva dichiarato in tv: “Sto lavorando notte e giorno su questo dannato virus, abbiamo notato un abbassamento della potenza dello stesso. È da tempo che nel nostro reparto non solo sono calati drasticamente i contagi, ma anche la letalità. Infatti i ricoverati sono gestibili e non vanno in terapia intensiva. Non so se il virus sia mutato o meno, ma questo è un dato di fatto importante”. Le intuizioni dell’esperto erano dunque giuste, sebbene gli siano costate l’accusa di essere un negazionista del virus, proprio lui che ogni giorno ha a che fare con infetti e malati.

Di tutt’altro avviso è il virologo Andrea Crisanti, il quale da mesi ribadisce che l’indebolimento del virus sia “una boiata pazzesca”, “solo chiacchiere, mica scienza”.

Di fatto la paventata “ripresa feroce di settembre”, di cui a fine giugno aveva parlato pure Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non si è verificata e risulta improbabile. Guerra aveva proclamato in diretta televisiva su Raitre, programma Agorà: “La Spagnola si comportò esattamente come il Covid: andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre, facendo 50 milioni di morti durante la seconda ondata. Non è tutto finito”.

Ma, quantunque non sia terminato nulla e il virus sia tuttora in circolazione, è indubbio che esso oramai non azzanni più come prima. Altro che 50 milioni di trapassati! Per adesso, e siamo in prossimità di ottobre, a perire è solamente lo 0,4% di chi si becca il corona.

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