Forse ha davvero ragione il generale e parlamentare europeo Roberto Vannacci: viviamo in un mondo al contrario. E questo spiegherebbe come sia possibile che la neo-eurodeputata Ilaria Salis sia stata designata quale membro della Commissione Giustizia del Parlamento europeo, che è una delle quattro commissioni principali.
Insomma, come è possibile che una pluripregiudicata, con alle spalle sentenze passate in giudicato, per crimini contro l’ordine costituito e di natura politica, ovvero una persona che in passato ha fatto ricorso alla violenza per affermare il suo pensiero, possa essere ritenuta competente in materia di diritti, libertà e giustizia?
La violenza è l’esatta antitesi del diritto. Sopraffazione, occupazione abusiva, lancio di petardi, invasione di edifici sono attività che si collocano agli antipodi della legalità.
In quanto credo e difendo il principio costituzionale della presunzione di innocenza, in base al quale l’imputato deve essere ritenuto innocente fino al terzo grado di giudizio, sorvolo sul procedimento sospeso in Ungheria che vede la maestra Salis incriminata con l’accusa di fare parte della cosiddetta “banda del martello”, ossia di una associazione a delinquere, nonché di avere provocato lesioni tali da potere procurare la morte a due manifestanti rei di non condividere le sue opinioni politiche. Tuttavia, sussistono sentenze definitive di condanna intervenute già in Italia, le quali non rappresentano un merito o un titolo preferenziale per occuparsi di giustizia. Tutt’altro.