Stamattina i telegiornali di tutto il pianeta mandavano in onda un video in cui Kamala Harris rispondeva al telefono e conversava amabilmente, sfoggiando un sorriso a 32 denti. Dall’altro lato la famiglia Obama, Barack e Michelle, i quali garantivano alla candidata democratica il loro pieno sostegno, aggiungendo di essere fieri di lei.
Uno spettacolino patetico costruito ad arte, finto e ostentato, uno show degno delle peggiori telenovelas sudamericane degli anni Ottanta o dei programmi tv più trash cui siamo abituati. Guarda caso gli Obama chiamano proprio mentre Kamala è circondata da centinaia di telecamere e giornalisti e mette subito il vivavoce informando tutti che parla con Barack.
Quello di Kamala sembra l’atteggiamento di chi sa che ha poche chance di farcela. Ella trasmette insicurezza poiché appare troppo bisognosa dell’approvazione altrui, in particolare dei ricchi, dei vip, delle star.
Harris non ha ancora capito che non è la famiglia Obama che ella deve conquistare ma gli operai e i minatori degli Stati del Midwest (Stati decisivi per la vittoria), rimasti senza lavoro, la gente che campa nelle periferie, gli afroamericani che vivono nei ghetti e non quelli milionari come lei.
Questa consapevolezza, invece, non manca al suo avversario, Donald Trump, il quale peraltro ha un comportamento diametralmente opposto: a lui del sostegno dei personaggi del mainstream e hollywoodiani non frega un tubo. Anche per questo Donald piace.