All’interno del programma di approfondimento “Otto e mezzo”, condotto dalla giornalista Lilli Gruber, venerdì sera ad essere scandagliata è stata pure l’esistenza privata della deputata della Repubblica Maria Elena Boschi. “Lei ha rilevato recentemente di avere avuto una relazione importante, rimasta segreta, di cui nessuno si è accorto: uno, perché l’ha tenuta nascosta? Due, è finita questa relazione?”, ha chiesto la conduttrice. “Sì, è finita”, ha risposto Boschi, subito incalzata da Gruber: “Ma perché l’ha tenuta nascosta?”.
E poi, sempre più intenzionata a non farsi i fatti suoi: “E adesso ha un fidanzato, compagno, una relazione?”. Con ironia ed eleganza Maria Elena ha dichiarato: “Non penso che sia così rilevante. Comunque no”. Un attimo dopo sul web i giornali si sono scatenati, titolando: “Maria Elena Boschi: non sono più fidanzata”, “Sono tornata single. Ho protetto questa storia”, “Ero fidanzata. Ma ora è tutto finito”. Addirittura Repubblica, per condensare tutta l’intervista, ha fatto questa bizzarra titolazione: “Boschi: Sono tornata single. Italia Viva può arrivare al 10 per cento”. Tuttavia sfugge il nesso causale tra una e l’altra affermazione. E sui social network sono piovute critiche nei confronti della parlamentare Boschi, colpevole di una imperdonabile indecenza: avere 39 anni ed essere non sposata e senza figli. Poco conta che la signora sia già stata ministro e abbia una carriera alle spalle e davanti tutt’altro che insignificante.
L’Italia è affetta da questo provincialismo qui: ci impuntiamo sulle astine alle vocali per non offendere il gentil sesso, eppure continuiamo a giudicare una ragazza in base al suo stato civile e ci stupiamo se ella, pur essendo trentenne, non abbia al fianco un uomo. Insomma, diamo per scontato che una femmina debba sposarsi e figliare, altrimenti è inutile, non avendo assolto la sua fondamentale funzione riproduttiva, e che debba accompagnarsi ad un maschio. E ci meravigliamo ove questo non avvenga. Lilli Gruber, autrice del libro “Il potere delle donne contro la politica del testosterone. Basta!”, si propone di combattere il sessismo imperante, eppure ella è la prima a porre domande da rotocalco rosa ai politici ospiti nel suo studio, se questi sono di genere femminile, quindi ad applicare un trattamento differente in base al sesso.
Un esponente politico dovrebbe essere interrogato e dovrebbe rendere conto riguardo i programmi e le scelte sue e del partito che rappresenta e non riguardo la sua vita intima, la quale deve restare privata e non deve in alcun modo coinvolgere il pubblico. Quando la smetteremo di classificare le donne in base al loro stato civile? E perché questo non accade mai agli uomini? Per quale motivo alle parlamentari in tv vengono chiesti ragguagli inerenti ai loro affari di cuore e nessuno si sogna di interpellare ministri, deputati e senatori circa fidanzate, amiche di letto, mogli ed amanti?
I tempi sono cambiati e dovrebbe a questi conformarsi anche la mentalità evidentemente atavica di Lilli Gruber, la quale si incuriosisce davanti ad una giovane bella, intelligente, brillante eppure sola, e vuole indagare gli oscuri motivi di codesta ingiustificata singletudine. Oggi sono centinaia di migliaia le trentenni felici che, pur credendo nell’amore e nella famiglia, vivono concentrate sul lavoro che le appassiona e le gratifica e non sono maritate né hanno un compagno. E la spiegazione è semplicissima: non hanno fretta di gettarsi nelle braccia di chiunque pur di riempire il posto accanto a loro, tanto meglio tenerlo libero. Non si sentono perse senza un coniuge. Non sognano le nozze, bensì la propria realizzazione personale e professionale. E si rimboccano le maniche per edificare il proprio avvenire. Ciò che le terrorizza non è il ritrovarsi sole, bensì l’accontentarsi di un amore posticcio, o flebile, giusto per mettere l’anello al dito.
Giovani così rivendicano il proprio essere donne e non intendono assomigliare agli uomini, tuttavia pretendono di essere trattate come questi ultimi. Pure da Lilli Gruber.
Articolo pubblicato su Libero il 19 gennaio 2020