Anche stamattina, appena sveglia, sono stata travolta dalle frasi fatte, trite e ritrite, dai luoghi comuni, dai pregiudizi e dai mantra e dogmi che vengono ripetuti quotidianamente in tv nonché scritti sui giornali. Quello più in voga in questi ultimissimi giorni è “occorre dare più premi ai vaccinati e più punizioni ai non vaccinati”. Secondo me, questa espressione non può che bollare irrimediabilmente come “povero ignorante” colui che la adopera. Ed i motivi sono semplici.
Innanzitutto, le libertà fondamentali non costituiscono premi, onorificenze, concessioni, favori, doni, che vengono generosamente elargiti da un potere centrale che ne dispone come gli pare e piace, avocando a sé pure il potere di ritirare il regalo quando ne ha voglia. Le nostre libertà ci appartengono e sono inviolabili, non ci possono essere sottratte, nessuno può portarcele via, e, anche se lo volessimo, non potremmo nemmeno cederle o spogliarcene.
In secondo luogo, è illogico anche soltanto ipotizzare che un individuo possa essere punito non per avere posto in essere un illecito, bensì per avere compiuto una scelta legittima. Essendo la vaccinazione contro il corona “libera” e “facoltativa”, nessuno può subire misure afflittive, pene, per avere assunto una scelta che era sua facoltà assumere. Non vaccinarsi, insomma, non è un reato. Dunque perché parliamo di “punizioni” e “pene”? Non vaccinarsi è una decisione pienamente legale, lecita, consentita. E dovrebbero semmai essere punti coloro che ogni dì istigano i cittadini all’odio e alla discriminazione nei confronti di altri cittadini colpevoli di nulla.