Si inaspriscono pregiudizi e divieti nei confronti dei cittadini che legittimamente, essendo la vaccinazione contro il coronavirus libera e facoltativa, scelgono di non vaccinarsi. Adesso il governo italiano, guardando con favore a ciò che già accade in Austria e Germania, valuta l’introduzione della regola delle 2G, ossia la concessione del green pass solo e soltanto a vaccinati (geimpft) e guariti dalla Covid (genesen), con l’esclusione dunque di coloro che risultano negativi al test del tampone, i quali, pur essendo non infetti e perciò non contagiosi, non avranno accesso a nessun luogo pubblico, finendo di fatto in una sorta di quarantena forzata, sebbene non la si voglia definire tale.

Insomma, abbiamo sempre utilizzato il test del tampone, sia molecolare che rapido, ma ora – improvvisamente – gli esperti ci dicono che esso non è attendibile e ritengono che pure coloro che lo superano con la negatività possano rappresentare un veicolo di infezione. Il principio di precauzione in questo caso sarebbe spinto all’eccesso, in maniera talmente clamorosa da calpestare ulteriori diritti e ulteriori libertà e producendo una schizofrenia colossale: “chiunque non sia vaccinato è contagioso, indi va tenuto ai margini della società”. Trattasi di una balla: non si può presumere e desumere la contagiosità di un soggetto dalla circostanza che questi non sia vaccinato, anche perché pure i vaccinati possono essere infetti e contagiosi, eppure questi ultimi hanno libero accesso a luoghi pubblici grazie al loro patentino, ovvero la licenza di infettare denominata “green pass”.

Qualora la bizzarra regola delle 2G venisse approvata, avremmo compiuto un altro passo da giganti e senza ritorno verso quel baratro in cui stanno sprofondando i valori fondamentali dell’Occidente che una volta fu libero.

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