Certi giorni incameriamo oltre mille clandestini nel giro di qualche ora, come è accaduto, ad esempio, sabato scorso, 21 novembre. I flussi non si arrestano mai, gli sbarchi sono continui, tanto che dal primo gennaio a ieri abbiamo accolto 61.476 sedicenti profughi, i quali provengono soprattutto dalla Tunisia, tra di loro aspiranti influencer, individui già espulsi dal Be Paese, i quali rientrano illegalmente, galeotti, ma anche terroristi. I terroristi in Europa entrano attraverso l’Italia e questo non è più un sospetto bensì costituisce da alcuni anni un dato di fatto. Pensiamo al tunisino Anis Amri, l’autore dell’attacco terroristico realizzato ai mercatini di Natale di Berlino il 19 dicembre del 2016. Era sbarcato come clandestino poi richiedente asilo in Italia, a Lampedusa, pur essendo stato condannato in Tunisia in contumacia a cinque anni di carcere per furto aggravato con violenza. Nei centri di accoglienza Amri protestava perché il cibo non era di suo gradimento, minacciava il custode, incendiava materassi, aggrediva il personale. Dall’Italia, dove era stato anche detenuto, il giovane si era trasferito in Germania, dove aveva dichiarato più identità e più Stati di provenienza per ottenere lo status di rifugiato. In Germania ha continuato a delinquere, nel mentre organizzava una strage che ha messo a punto e portato a termine per poi tornare in Italia, dove, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, è morto nel corso di una sparatoria. Gli agenti di polizia gli avevano chiesto di esibire i documenti, ma l’uomo aveva estratto dallo zaino una pistola.

Nonostante sia sempre più frequente che gli autori di attentati in tutta Europa siano soggetti sbarcati in Italia e accolti dal nostro governo, l’esecutivo non pone freni all’accoglienza indiscriminata di chiunque, politica che non solo pone evidenti problemi di sicurezza sul breve, medio e lungo periodo, ma che altresì incrementa le partenze e anche i morti in mare. Eppure il governo cosa fa invece di affrontare a muso duro questa problematica che desta allarme? Se la prende con il cittadino non vaccinato, al quale ha dichiarato guerra e che ha escluso dalla società, spogliandolo di diritti inviolabili, garantiti dalla Costituzione, in quanto il non vaccinato sarebbe reo di avere assunto una scelta legittima, ovvero quella di non vaccinarsi contro il coronavirus.

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