Dopo Tangentopoli e la morte della Dc, le gerarchie ecclesiastiche si guardano bene dal fornire indicazioni di voto e si è affermata una prassi: i preti si occupano della pesca delle anime, i politici della pesca dei voti. In entrambi i casi, spesso con scarsi successi. Tuttavia, questo equilibrio, rimasto in vigore per quasi tre decenni, è stato sconvolto negli ultimi mesi, dopo la presa di posizione del clero che si è dissociato con clamore dal leader della Lega, considerato razzista e disumano, e ha condannato altresì la sua usanza di brandire il rosario nonché di baciare la Madonna durante i comizi, cose che la Chiesa non ha digerito, come se i simboli religiosi fossero suo esclusivo appannaggio. Oggigiorno i sacerdoti non raccomandano più di votare questo o quel candidato, alcuni di loro però specificano a favore di chi il buon cristiano non dovrebbe mai esprimere consenso alle urne, ossia nei confronti di Matteo Salvini, reputato una sorta di demonio, se non Belzebù in persona. Un diavolo alquanto sui generis dal momento che recita le preghiere ed è devoto alla Vergine. Ad ogni modo, nonostante questa propaganda clericale avversa, la Lega continua a mietere cuori e preferenze, in particolare da parte dei credenti. Essa è il partito più votato tra i cattolici, sia tra coloro che si recano a messa regolarmente sia tra coloro che ci vanno in modo saltuario oppure occasionale, stando agli ultimi dati Ipsos. Nel giro di 15 mesi, ossia dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018 alle recenti europee del 26 maggio 2019, la Lega da quarto partito preferito dai cattolici dopo Movimento 5 Stelle, Pd e Forza Italia, si è affermata come primo partito, seguito ora da Pd, M5s e Forza Italia. Sommando i voti delle due coalizioni, quella di centro-destra (costituita da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e quella di centro-sinistra, la prima è nettamente in vantaggio sulla seconda, raccogliendo il 55,9% dei cattolici che sono praticanti saltuari.
Insomma, mentre il rapporto degli italiani con il cattolicesimo è sempre più fragile, quello con la Lega è sempre più solido. La fede si sgretola, però la fiducia nel Carroccio si cementa. Ancora in base agli ultimi dati Ipsos, oggi i cattolici impegnati, cioè quelli che frequentano almeno settimanalmente le funzioni religiose e prestano attività volontaria, rappresentano il 9% della popolazione, in calo di circa due punti negli ultimi dieci anni; gli assidui, ovvero coloro che frequentano la chiesa con regolarità eppure non sono impegnati, sono passati dal 21% del 2009 al 14% odierno. In diminuzione pure i cattolici tiepidi (dal 39 al 34%), restano stabili i non praticanti (12% degli italiani adulti), invece crescono i non credenti, quasi raddoppiati nell’ultimo decennio (dal 14 al 27%). Ma è soprattutto tra i giovani che la Chiesa esercita meno appeal. Di contro, le classi di età più elevate, così come le casalinghe, i pensionati e la gente del Mezzogiorno, mantengono una relazione più stretta con la pratica religiosa.
Ma quali sono i motivi che inducono i cattolici a scegliere di dare il voto a Matteo Salvini? Potrebbe apparire assurdo, eppure in Italia l’unico vero politico moderato in cui si rispecchiano i fedeli è proprio il Capitano e la Lega è il partito nel quale il mondo cattolico trova maggiore convergenza di valori, in primis quello della famiglia. Tuttavia, l’elevato gradimento da parte dei cattolici conseguito dall’ex ministro dell’Interno deriva soprattutto dal suo approccio alle tematiche dell’immigrazione e della sicurezza. Nonostante papa Francesco predichi l’accoglienza ad ogni occasione, pure gli italiani che ogni domenica partecipano alle funzioni religiose, e non soltanto quelli che non mettono piede nella casa del Signore da lustri, sostengono le politiche restrittive di Salvini ed erano dalla sua parte allorché questi da capo del Viminale si opponeva con intransigenza agli sbarchi e perciò era vessato persino dalla magistratura. Insomma, fratellanza e amore per il prossimo ben vengano sì, però non a costo di determinare perniciose problematiche di ordine pubblico e sconvolgimenti sociali.
Dunque, la fede leghista non è incompatibile con quella cattolica. Esse convivono nell’animo del cittadino elettore, il quale si dice cristiano ma non fesso, si fa il segno della croce e poi mette una decisa X sul simbolo della Lega, senza sentirsi eretico per questo, legge il Vangelo e poi ascolta la diretta Facebook di Matteo, si lamenta per i continui arrivi di clandestini ma mantiene cordiali rapporti di vicinato o di amicizia con gli immigrati regolari ed integrati che abitano nel Belpaese, poiché non è affatto vero che egli consideri chi giunge da fuori una minaccia o un nemico. Segno che il razzismo non esiste nonché che il pericolo di un ritorno del fascismo non sia altro che uno spauracchio sventolato da una sinistra a corto di argomentazioni e contenuti che suscita solamente diffidenza ed antipatia.
Adesso è noto che gli elettori di Salvini siano in gran parte cattolici, dunque ci aspettiamo che non vengano più insultati dai preti e tacciati di essere contro Dio, in quanto si tratta delle medesime persone che i sacerdoti si ritrovano sotto gli occhi allorché fanno i loro sermoni e che – evidentemente – non sono seguaci di Satana.
Articolo pubblicato su Libero il 23 novembre del 2019